ritratto di Giuliano l'Apostata di Eutropio

Messaggioda death_note » 27 dic 2009, 17:13

ragazzi nella lista mi dice ke la versione è già tradotta nel forum ma nn riesco a trovarla.. aiutatemi :(

death_note

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Messaggioda giada » 27 dic 2009, 18:57

Traditur Iulianus, rerum potitus, ingenti apparatu Parthis intuisse bellum, cui expeditioni ego quoque interfui. Aliquot oppia et castella Persarum in deditionem accepit vel vi expugnavit, Assyriaeque populatus castra apud Ctesiphontem stativa aliquamdiu habuit. Remeansque Victor, dum se incolsultius proeliss inserit, ostili manu interfectus est VI Kal. Iulias, imperii annoseptimo, aetatis altero et trigesimo. Atque inter Divos relatus est, vir egregius et rem publicam insigniter moderaturus, si per fata licuisset. Liberalibus disciplinis opprime eruditus, Graecis doctior, atque adeo, ut Latina eruditio neequaquam cum Greca scientia conveniret, facondia ingenti et prompta, memoriae tenacissimae, in quibusdam pholosopho propior. In amicos liberalis, sed minus diligens, quam tantum principem decere debebat. Fuerunt enim nonnulla, qui vulnera gloria eius interrent. In provinciales iustissimus et tributorum, quatenus fieri posset, repressor. Eius magni interfui civilem esse in cunctos mediocrem habens aerarii curam, gloriae avidusac per eam animi plerumque immodici, religionis Christianae insectator, perinde tame, ut cruore abstineret, Marco Antonino non absimilis fuit quem etiam aemulari studebat.

Si tramanda che Giuliano, impossessatosi del potere, portò la guerra ai Parti con uno straordinario apparato militare, spedizione alla quale presi parte anch' io. Accettò la resa di alcune città e villaggi dei Persiani o li prese con la forza, e dopo aver devastato l’Assiria per un certo periodo ebbe stabile accampamento presso Ctesifonte. E ritornando vincitore, mentre si immischiò in battaglie alquanto imprudentemente, fu ucciso da una mano nemica sei giorni prima delle calende di lugli , dopo 7 anni di impero, a e trentadue anni di età e fu annoverato tra gli Dei, uomo eccellente e che avrebbe governato in maniera notevole lo stato, se gli fosse stato concesso dal destino. Erudito innanzi tutto nelle arti liberali, alquanto esperto nella letteratura Greca, e a tal punto, che la cultura latina in nessun modo stava alla pari con la cultura greca,

Di straordinaria e agevole eloquenza, di tenacissima memoria, più simile ad un filosofo in alcune cose. Generoso verso gli amici, ma meno diligente di quanto avrebbe dovuto addirsi a cotanto principe. Di fatto ci furono alcuni, che arrecarono offese alla sua gloria. Giustissimo verso i provinciali e repressore delle imposte, fin dove fosse possibile. Gli interessò molto essere socievole verso tutti, avendo scarsa cura dell’erario, desideroso di gloria e per essa di animo perlopiù smodato, persecutore della religione cristiana, ciò nonostante in modo da astenersi dal sangue fu assai simile a Marco Antonino, che desiderava imitare.

giada

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