Nessuno è senza colpa - Seneca - Templum latinitatis

Messaggioda +chemical_girl+ » 30 dic 2009, 11:37

"NESSNO E' SENZA COLPA" di Seneca (Es. pag 291 n°277) INIZIO: At morbi doloresque incurrunt. Utique aliquo defungendum est domicilium putre sortitis. FINE:Sed ubi tam aequum iudicem invenies?
Il libro da cui ho preso qst versione èil mio libro di latino "Templum latinitatis" l'opera dal quale è stato prelevato il brano non la cnosco ...

+chemical_girl+

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Messaggioda giada » 30 dic 2009, 12:24

'At morbi doloresque incurrunt.' Vtique aliquo defungendum est domicilium putre sortitis. Dicetur aliquis male de te locutus: cogita an priorfeceris, cogita de quam multis loquaris. Cogitemus, inquam, alios non facere iniuriam sed reponere, alios pro nobis facere, alios coactos facere, alios ignorantes, etiam eos qui uolentes scientesque faciunt ex iniuria nostra non ipsam iniuriam petere: aut dulcedine urbanitatis prolapsus est, aut fecit aliquid, non ut nobis obesset, sed quia consequi ipse non poterat, nisi nos reppulisset; saepe adulatio dum blanditur offendit. 6. Quisquis ad se rettulerit quotiens ipse in suspicionem falsam inciderit, quam multis officiis suis fortuna speciem iniuriae induerit, quam multos post odium amare coeperit, poterit non statim irasci, utique si sibi tacitus ad singula quibus offenditur dixerit 'hoc et ipse commisi'. 7. Sed ubi tam aequum iudicem inuenies?


Eppure, malattie e dolori ci si fanno incontro ad ogni modo, in qualche maniera debbono cessare di usarne, coloro che hanno avuto in sorte un domicilio fatiscente. Si dirà che qualcuno ha parlato male di te: pensa se tu non l'abbia fatto per primo, pensa di quanti parli male tu. Pensiamo, questo dico, che alcuni non fanno ingiuria, ma la restituiscono, altri la fanno a nostro vantaggio, altri perchè costretti, altri non sapendolo, anche quelli che la fanno con volontà e sapendolo, dall'ingiuria fatta a noi non cercano l'ingiuria in se: o per il piacere di una spiritosaggine ha sbagliato oppure ha fatto qualche cosa non per danneggiarci, ma perchè non gli era possibile raggiungere lo scopo, se non ci avesse spinto indietro: spesso l'adulazione, mentre blandisce, offende. Chiunque avrà richiamato alla sua mente quante volte è personalmente caduto in un sospetto falso, a quanti suoi atti di cortesia la fortuna ha messo addosso un'apparenza di ingiuria, quante persone, dopo averle odiate, ha cominciato ad amare, gli sarà possibile non subito adirarsi, certamente se in silenzio avrà detto a se stesso, a riguardo delle singole cose da cui è offeso: "Questo l'ho commesso anch'io." Ma un giudice cosi equanime, dove lo troverai?

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Messaggioda giada » 12 nov 2011, 10:44

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