Il trascendente secondo alcuni filosofi LITTERA LITTERAE

Messaggioda federica.fronesis » 14 mag 2010, 14:50

Ciao mi servirebbe questa versione di cicerne da littera litterae: "il trascendente secondo alcuni filosofi". grazie in anticipo!! :-D

federica.fronesis

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Messaggioda giada » 14 mag 2010, 15:08

la trovi qui sul nostro sito:



comunque te la riporto anche qua:

Empedocles autem multa alia peccans in deorum opinione turpissume labitur. Quattuor enim naturas, ex quibus omnia constare censet, divinas esse vult; quas et nasci et extingui perspicuum est et sensu omni carere. Nec vero Protagoras, qui sese negat omnino de deis habere, quod liqueat, sint, non sint qualesve sint, quicquam videtur de natura deorum suspicari. Quid Democritus, qui tum imagines eorumque circumitus in deorum numero refert, tum illam naturam, quae imagines fundat ac mittat, tum sententiam intellegentiamque nostram, nonne in maximo errore versatur? Cum idem omnino, quia nihil semper suo statu maneat, neget esse quicquam sempiternum, nonne deum omnino ita tollit, ut nullam opinionem eius reliquam faciat? Quid aer, quo Diogenes Apolloniates utitur deo, quem sensum habere potest aut quam formam dei?


Empedocle, sostenitore di molte altre errate teorie, l'errore piú grosso lo commette proprio a proposito degli dèi. Basti dire che assegna natura divina alle quattro sostanze di cui risulta composto l'intero universo. Eppure tutti sanno che trattasi di sostanze soggette alle alterne vicende della nascita e della morte e per di più prive di ogni facoltà sensitiva. Protagora poiché afferma di non avere alcuna chiara nozione degli dèi, di non sapere cioè né se esistono né se non esistono né quale ne sia la natura, sembra non avere il minimo sentore della loro autentica realtà. Che dire poi di Democrito che annovera fra gli dèi sia le immagini e le loro traiettorie, sia quella sostanza che produce e invia le immagini stesse, sia la nostra intelligenza scientifica? Non cade anch'egli in un gravissimo errore? Negando nel modo più assoluto che possa esistere qualcosa di eterno, data l'impossibilità di ogni essere di conservarsi nel Proprio stato, egli esclude a tal punto l'esistenza della divinità da non lasciarne sussistere la minima nozione. Quanto poi all'aria, di cui Diogene di Apollonia tratta come di una divinità, non si comprende come possa provare delle sensazioni o assumere l'aspetto di un dio.

giada

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