Post haec Alexander habitum regum persarum et diadema insolitum antea regibus macedonis, adsumit velut in leges eorum, quos vicerat, transiret. Quae ne invidiosius in se uno conspicerentur, amicos quoque suos longam vestem auratam purpureamque sumere iubet. His rebus ingentes epularum apparatus adicit conviviaque iuxta regiam magnificentiam ludis exornat. Inter haec indignatio omnium totis castris erat:a Philippo illum patre tantum degenerasse ut etiam patriae nomen eiuraret moresque Persarum adsumeret. Sed ne solus vitiis eorum, quos armis subegerat succubiusse videretur, militibus quoque suis permisit, si cuius feminae, victi populi consuetudine tenerentur, eas ducere uxores.Existimabat enim minorem in patriam in patriam reditus cupidatem futuram esse, si haberent in castris imaginem quandam larium ac domesticae sedis
Dopo di ciò, Alessandro prende l'abbigliamento dei re persiani ed il diadema, in precedenza inusitato per i re macedoni, come se egli passasse (si conformasse) alle leggi di coloro che aveva vinto. Perché ciò per lui solo non fosse visto in modo troppo ostile, egli dà ordine che anche i suoi amici indossino una veste lunga di porpora e d'oro (=bordata d'oro). Aggiunge a questo banchetti sontuosamente imbanditi, ed in conformità con la magnificenza regale arricchisce i banchetti con giochi. Mentre realizzava ciò (=fra queste cose) per gli interi accampamenti c'era indignazione da parte di (lett., "di") tutti: [pensavano che] aveva degenerato dal padre Filippo al punto che ripudiava anche il nome della patria e faceva propri i costumi dei Persiani. Ma perche non apparisse che fosse il solo ad essere divenuto succubo delle colpe di quelli che aveva assogettato, permise anche ai suoi soldati, qualora qualora fossero presi in una relazione (consuetudo = frequentazione, rapporto) con (lett., "di") qualche donna del popolo vinto, di prenderla in moglie. Stimava infatti che sarebbe stato minore il desiderio di tornare in patria, se nell'accampamento avessero qualche immagine dei Lari (dei focolari)