In seguito Cesare combatté per molti anni contro Pompeo, un generale più pacato, ma anche più vile, e, presso Farsàlo, egli sconfisse e mise in fuga il rivale. Da Farsalo, con marce quanto più veloci possibile, si diresse in Egitto, dove Pompeo aveva chiesto aiuto a Tolomeo, il re dell’Egitto; ma il re, più incline all’opportunismo che all’amicizia, uccise Pompeo con un agguato, tramite il prefetto regio Achilla, un uomo di singolare temerarietà, e tramite L. Settimio, un generale dei soldati, e mandò la testa di lui a Cesare, insieme all’anello. Cesare, quando vide la testa di un uomo tanto grande, pianse. Dopo la morte di Pompeo, Cesare, attraverso l’Egitto, si affrettò con una velocissima marcia in Africa e in Spagna, dove sconfisse numerosissimi avversari