Aristide era detto giusto perché era stimato (ἀξιόω) un cittadino giusto il solo che aveva coraggio di fare e dire cose buone e giuste.[...] Si dice appunto che quando uno dei due dichiarava di essere avverso ad Aristide per cui respinge il giudice, gli dicesse: «Parla chi si rende nemico: a te infatti lo ascrivo, non a me».
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DAL LIBRO IL GRECO DI CAMPANINI[/center]