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Messaggioda PICIFRITTI » 3 ago 2010, 13:50

Ciao mi servirebbero queste due versioni di cicerone
bisogna opporre resistenza al dolore es
inizio totum igitur in eo est
fine ea est sola officii tamquam custodia

Cicerone scrive al preconsole Lentulo(I)
inizio de omnibus rebus quae ad te pertinent
fine ... cum graviate paucisaut frustra dissentiendum

Grazie

PICIFRITTI

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Messaggioda giada » 5 ago 2010, 8:08

De omnibus rebus, quae ad te pertinent, quid actum, quid constitutum sit, quid Pompeius susceperit, optime ex M. Plaetorio cognosces, qui non solum interfuit his rebus, sed etiam praefuit neque ullum officium erga te hominis amantissimi, prudentissimi, diligentissimi praetermisit. Ex eodem de toto statu rerum communium cognosces; quae quales sint, non facile est scribere: sunt quidem certe in amicorum nostrorum potestate, atque ita, ut nullam mutationem umquam hac hominum aetate habitura res esse videatur. Ego quidem, ut debeo et ut tute mihi praecepisti et ut me pietas utilitasque cogit, me ad eius rationes adiungo, quem tu in meis rationibus tibi esse adiungendum putasti; sed te non praeterit, quam sit difficile sensum in re publica, praesertim rectum et confirmatum, deponere. Verumtamen ipse me conformo ad eius voluntatem, a quo honeste dissentire non possum, neque id facio, ut forsitan quibusdam videar, simulatione, tantum enim animi inductio et mehercule amor erga Pompeium apud me valet, ut, quae illi utilia sunt et quae ille vult, ea mihi omnia iam et recta et vera videantur, neque, ut ego arbitror, errarent ne adversarii quidem eius, si, cum pares esse non possent, pugnare desisterent. Me quidem etiam illa res consolatur, quod ego is sum, cui vel maxime concedant omnes, ut vel ea defendam, quae Pompeius velit, vel taceam vel etiam, id quod mihi maxime libet, ad nostra me studia referam litterarum: quod profecto faciam, si mihi per eiusdem amicitiam licebit; quae enim proposita fuerant nobis, cum et honoribus amplissimis et laboribus maximis perfuncti essemus, dignitas in sententiis dicendis, libertas in re publica capessenda, ea sublata tota sunt, nec mihi magis quam omnibus, nam aut assentiendum est nulla cum gravitate paucis aut frustra dissentiendum

Tutto ciò che ti riguarda - cosa è stato fatto, cosa deciso, cosa ha intrapreso Pompeo - lo saprai nel migliore dei modi da Marco Pleotrio, che non solo ha preso parte a queste vicende, ma le ha anche condotte, senza trascurare di compiere nei tuoi confronti i doveri propri al più affezionato, assennato e devoto degli amici. Sempre da lui conoscerai l'intero stato degli affari pubblici; spiegartelo nei dettagli per iscritto non è infatti facile. Certo è, però, che essi sono sotto il controllo dei nostri amici, e in modo così fermo che nessun cambiamento pare possibile almeno per questa generazione. Io poi, come devo, come proprio tu mi hai consigliato e come mi impongono il senso dell'amicizia e l'opportunità, mi affido agli interessi del personaggio al quale tu hai ritenuto di doverti affidare quand'erano in gioco i miei interessi. Non ti sfugge, però, quanto sia difficile abbandonare le proprie convinzioni politiche, soprattutto se giuste e radicate. Tuttavia, come non potrei onestamente essere in disaccordo con lui, così io personalmente mi adeguo alla sua volontà. E non lo faccio, come forse potrebbe sembrare a qualcuno, per simulazione; perché la mia simpatia e, lo giuro, il mio affetto per Pompeo sono per me tanto importanti che tutto quello che torna utile a lui e che egli vuole, pare giusto e vero anche a me. E perfino i suoi avversari, a parer mio, farebbero bene, non potendo essere alla pari con lui, a rinunciare a combatterlo.Personalmente, ho anche un altro motivo di consolazione. Tutti ammettono senz'altro che a me solo debba essere concesso di appoggiare i voleri di Pompeo, o di starmene zitto o ancora, ed è la cosa che mi piace di più, di tornare ai miei studi letterari; cosa che farò certamente se l'amicizia per lui me lo permetterà. Gli obiettivi che mi ero proposto, dopo aver ricoperto le più alte cariche dello stato ed essere passato attraverso le prove più severe, ovvero una posizione di rilievo nei dibattiti in senato e l'indipendenza nella vita pubblica, mi sono stati completamente sottratti, e non a me in particolare, ma a tutti. Si è costretti infatti o a dire di sì a pochi individui privi di dignità o a una sterile opposizione.

giada

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