COMMENTO A "DONNA DE PARADISO" JACOPONE DA TODI

Messaggioda lia94 » 9 dic 2010, 9:41

La Lauda riportata nel titolo è un omaggio che Jacopone da Todi rivolge alla madonna, in questa circostanza donna e madre. Il poeta racconta, come se fosse la trama di una pièce teatrale, il tradimento di Cristo ad opera di Giuda (verso 13), la sua cattura e consegna a Pilato (verso 23), la crocefissione di Cristo riportandone semplicemente i colloqui con la madre e con il popolo. Il Nunzio è colui che collega le varie parti della narrazione che non possono essere tradotte con un colloquio. In un certo senso è la voce narrante della vicenda. Le parti dedicate al Nunzio terminano al verso 75. (Dopo questo punto, Maria parla direttamente con il Figlio). Il Nunzio, comunque, viene rappresentato come il narratore che tutto sa e conosce (esempio il tradimento di Giuda al verso 2) a differenza di Maria che , in questo frangente, mostra a pieno il suo lato terreno, travolta dal dolore straziante dell’imminente perdita del figlio
Jacopone è riuscito a trasferire , grazie a questa lauda, un argomento complesso come quello della Passione, ricco di temi meditativi, su un piano accessibile a più persone perché basato sul dialogo, sulla conversazione, con termini ed espressioni più semplici se paragonate a quelle utilizzate dai testi sacri. Il linguaggio scelto è volutamente popolare (ci sono, infatti, molte paratassi) con riferimenti al dialetto umbro. Ciò che colpisce è che, benché si stia parlando di un evento che tutti noi Cristiani conosciamo – quello della Passione – leggendo la lauda non sembra si stia riferendo alla divinità. In questi versi, Cristo ci appare semplicemente uomo come Maria veste i panni di una madre (molto terrena), travolta da un immenso dolore e sembra spesso inconsapevole delle implicazioni teologiche della sofferenza del Figlio. Cristo è un uomo-dio, non un dio-uomo, un familiare, un figlio per il quale la madre si dispera. Maria invoca dapprima la Maddalena (versi 16-19) che non le risponde; poi si rivolge a Pilato (versi 24-27) ed al popolo (versi 32-35). La Vergine,allora, invoca direttamente a Gesù con riferimenti al loro stretto legame di madre/ figlio (versi 47/ 60-63) ribadendo la Sua innocenza (verso 55).
La Lauda potrebbe essere divisa in tre parti: le prime 15 strofe in cui Maria invoca, senza ricevere risposta la
Maddalena, Pilato, ed il popolo; le ultime 15 in cui la Vergine piange suo figlio e le sette centrali in cui si svolge il dialogo tra la Madonna e Gesù (versi 84-111). I due si rivolgono uno all’altra chiamandosi “mamma” e “Figlio”, termini posti all’inizio di ogni strofa ( versi 84-88-93-96).
Purtroppo questo dialogo è poco comunicativo: Gesù parla dall’alto, dalla croce ma le sue parole sono diverse da quelle terrene e cariche di dolore di Maria. Passa dagli affettuosi rimproveri alla madre (versi 84-87), al suggerimento di rimanere al fianco dei discepoli (versi 93-94). Quando Maria pronuncia le parole, molto terrene, quelle di una vera madre “voglio morire con te”(verso 97), Gesù l’affida a Giovanni (verso 108). La Madonna è devastata dal dolore, parla della morte del figlio come di uno strappo nelle sue carni, lei che lo ha allattato, sente Gesù come parte d sé. Il lamento della Vergine è straziante e fa commuovere il lettore, lo coinvolge completamente nel suo dolore e non si può fare altrimenti che provare una forte compassione per la tragedia che sta colpendo Maria.
Vi è anche un riferimento alla Trinità: ricorre nei punti della lauda il numero tre. Le strofe che narrano la crocefissione sono tre, Gesù pronuncia tre battute, Maria si rivolge al figlio con una triplice invocazione (figlio, padre e marito – verso 89),Cristo pronuncia tre volte la parola “mamma”. Tuttavia si tratta di una Trinità terrena che ruota intorno al binomio Maria/Gesù semplicemente madre e figlio.


Spero vi possa essere d'aiuto
Lia94

lia94

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Messaggioda giada » 9 dic 2010, 12:39

certamente grazieate

BRAVA!!!! con quest'appunto hai guadagnato 3 crediti

giada

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