PARAFRASI + COMMENTO DELLA POESIA A SILVIA (Leopardi)

Messaggioda alessia123 » 10 gen 2012, 19:22

PARAFRASI:
Silvia, ricordi ancora quando eri in vita
Quando la tua bellezza splendeva, nei tuoi occhi ridenti e schivi,
e tu lieta e pensierosa ti apprestavi al passaggio dall’adolescenza alla maturità.

Suonavano le stanze tranquille e le strade al tuo continuo canto,
quando tu eri intenta ai lavori femminili, sedevi contenta per il tuo avvenire ancora da definire.

Era Maggio e tu eri abituata a lavorare.

Talvolta lasciavo gli studi piacevoli e quelli faticosi su cui trascorrevo la mia adolescenza e veniva spesa la migliore parte di me.

Dalle stanze e dai balconi della casa paterna io ascoltavo la tua voce. E ti immaginavo lavorare con fatica alla tela.

Guardavo il cielo sereno, le vie illuminate, e la campagna intorno,
Da questa parte il mare e dall’altra parte le colline.
Non ci sono parole giuste per esprimere i sentimenti che provavo nel mio cuore.

Che bei pensieri,
che speranze, che cuori, o Silvia mia!
Come ci sembrava allora la vita umana e il destino!
Quando mi ricordo di tanta speranza

Un sentimento molto forte mi opprime e torno a dolermi della mia sfortuna.
O natura, o natura, perché non mantieni le tue promesse? Perché ci inganni?

Prima che giungesse l’inverno, venivi uccisa da un dolore forte e morivi o tenerella, e non vedevi la tua adolescenza.

Non ti struggeva il cuore, le lodi dei ragazzi per i tuoi capelli neri ora dei tuoi sguardi innamorati e schivi.

E con te le tue amiche non parleranno d’amore durante i giorni di festa.

Anche la mia speranza morì poco tempo dopo: anche a me il destino ha negato la giovinezza. Ahi come sei passata cara compagna della mia infanzia, mia compianta speranza!

Questo è quel mondo? Sono questi i divertimenti, l’amore, le opere, gli eventi di cui abbiamo tanto discusso insieme?

E’ questa la sorte degli esseri umani? All’apparire della verità tu moristi: e con la mano indicavi da lontano la fredda morte ed una tomba spoglia.

COMMENTO: Questi versi sono dedicati a Silvia, fanciulla in cui si può riconoscere Teresa Fattorini, vicina di casa dei Leopardi, morta giovanissima di tubercolosi.
Questo poema, che si potrebbe scambiare per una dichiarazione d’amore, è in realtà un’amara riflessione sulla vita e sulla giovinezza.
Il poeta spiega come all’illusione e alla speranza degli anni giovanili si sostituiscano, nell’età adulta, il disincanto e l’amarezza per le sofferenze che la vita impone. Per meglio definire il distacco tra l’adolescenza e l’età adulta, Leopardi divide il poema in due parti: nella prima descrive la spensieratezza della gioventù (Silvia canta, ricama, è "lieta"); nella seconda alla descrizione si sostituisce la riflessione sulla morte di Silvia, e, più in generale, sulla distruzione della speranza e sulla disillusione dell’uomo adulto.I particolari estetici che Leopardi ci fornisce per darci un’immagine di Silvia e gli unici elementi che la rappresentano sono gli “la beltà che splendea negli occhi ridenti e fuggitivi”, l’ atteggiamento ”lieto e pensoso”, le “negre chiome”, “sguardi innamorati e schivi”) L’ immagine di Silvia può “materializzarsi” solo per mezzo di questi unici richiami alla sua persona fisica, ma la beltà sembra uno stato dell’ animo più che un’ immagine fisica. Alcuni critici letterari, segnando questo aspetto, ritengono che Leopardi riprenda lo stile dantesco e che Silvia, come la Beatrice di Dante che accompagna il poeta in Paradiso ed è evocata nella sua spiritualità, sia descritta per le sue caratteristiche spirituali più che nell’ aspetto fisico. Sembra quasi di udire quel canto soave che accompagna le “opre femminili” cui Silvia è intenta e di vedere la mano veloce della giovane che ricama, ma quel canto, così come l’ operosità, sembra sottolineare uno stato d’ animo di serenità e di pace e non ha nulla di fisico. Silvia raffigura simbolicamente la giovinezza e le illusioni (il maggio odoroso sottolinea questa stagione della vita) e la sua morte (“pria che l’ erbe inaridisse il verno”) segna emblematicamente il cadere di ogni illusione all’ apparire del vero (v.43=52). Silvia muore prima di arrivare l’ “età adulta” che metaforicamente riproduce il momento della vita in cui l’ uomo consapevole della sua solitudine perde le illusioni. La natura matrigna che toglie ai suoi figli ciò che sembra promettere ingannandoli è un concetto che condurrà tutta la poesia leopardiana e il suo “pessimismo cosmico”.La condizione umana è quella dell’ infelicità e quando dall’ odorosa stagione si passa a quella “invernale” le illusioni sono definitivamente cadute e ciò che la natura sembrava promettere è solo un inganno, “questa è la sorte dell’ umane genti ?”E’ per questo che nell’ ultima strofa possiamo immedesimare nella “cara compagna” non Silvia, ma piuttosto la speranza, o meglio la morte delle speranze. Silvia è così il simbolo dell’ illusioni che riacquistate dalla memoria non possono essere più vissute come nel periodo della giovinezza, il tempo trascorso, appunto, ha fatto cadere ogni illusione, ha messo a “nudo” la verità, e con la scoperta del vero, del dolore, degli affanni finisce quel momento della vita in cui tutto sembra promettere serenità, gioia, felicità in cui la dolce stagione, il profumo dei fiori estivi, il canto soave di una fanciulla,

alessia123

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Messaggioda giada » 12 gen 2012, 11:58

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