Saggio breve su Dante

Messaggioda Elenacap95 » 27 feb 2012, 14:38

Il Medioevo, periodo a lungo considerato oscuro e tenebroso, ha certamente portato alla luce una delle maggiori figure della letteratura italiana, il cui influsso è rimasto fortissimo nel corso dei secoli. Si tratta di Dante Alighieri, uomo dalla personalità complessa e multisfaccettata che si intreccia profondamente con il suo contesto storico-politico, rimanendo saldamente ancorata ai principi della cultura medievale, ma rivelandosi per certi aspetti antesignana inconsapevole della cultura umanistica e rinascimentale. La vita di Dante può essere suddivisa, così come afferma il De Sanctis, in tre fasi fondamentali: il tempo della giovinezza, quello della partecipazione alla vita politica e quello dell?esilio. ?Durante il periodo della giovinezza ? continua il De Sanctis ? tutto sa di Beatrice?. Il poeta incontra Beatrice all?età di nove, numero che ricorrerà con frequenza nella Commedia, e poi a diciotto anni finendo per innamorarsene profondamente. L?intera vicenda amorosa viene interamente ripercorsa nella Vita Nova, opera composta in seguito alla morte della giovane donna. Essa raccoglie tutti i principali componimenti in lode di Beatrice; non si configura, però, come un semplice canzoniere, in quanto Dante affianca ad ognuna delle quattordici canzoni commento introduttivo ed uno retorico in modo da conferire una maggiore organicità ed armonia all?opera che assume così i tratti di un itinerario. Nella prima parte, si riscontrano i canoni dell?amore cortese: il poeta canta la lode di Beatrice da cui riceve appagamento mediante il saluto. In questo punto si avverte l?influsso dello stile cavalcantiano: prevale, infatti, la descrizione degli effetti dell?amore sull?amante. In seguito, però la donna sdegnata a causa delle chiacchiere dei ?malparlieri?, nega il saluto al poeta. Egli, allora, si rende conto che l?amore non necessita di alcun appagamento e deve essere esaltato mediante le sole parole in lode della ?gentilissima?. Il passaggio tra la seconda e la terza parte della Vita Nova con La canzone ?Donne ch?avete intelletto d?amore?, segna la svolta nella concezione amorosa dantesca, quale in seguito emergerà nella Divina Commedia. Dante, infatti, superando lo stilnovismo, eleverà l?amore nei confronti di Beatrice a tal punto da accostarlo a quello verso Dio. Proprio per questo aspetto, molti critici hanno paragonato l?amore dantesco a quello mistico trattato dai teologi. In particolare il Singleton ha accostato il percorso amoroso della Vita Nova all? ?Itinerarium mentis in deum? di San Bonaventura. Con la Vita Nova si chiude una fase della vita del poeta, in seguito alla quale i suoi orizzonti si ampliano. Egli, infatti, prende parte alla vita politica delle sua città, Firenze, sconvolta da profonde lotte intestine. In quel periodo il controllo del comune è saldamente in mano ai Guelfi divisi, a loro volta, in due fazioni: i Bianchi ed i Neri. Alla base della rivalità tra i due gruppi non vi sono forti motivi ideologici, se non l?appoggio alla politica espansionistica del papa Bonifacio VIII che, mediante un vicariato imperiale, avanza pretese sulla Toscana. Dante, iscrittosi alla corporazione degli speziali, in un quinquennio ricopre tutte le cariche politiche fino a giungere al priorato. Egli, in un primo momento, si pone al di sopra del conflitto tra le due fazioni guelfe, in seguito, però si schiera al fianco dei Bianchi con i quali condivide il desiderio che il comune fiorentino rimanga svincolato dall?influenza papale. La sua profonda integrità morale e la coerenza tra pensiero ed azione fanno di lui un politico ingenuo, perché gli impediscono di immolare sull?altare dell?ipocrisia i principi in cui crede fermamente. Il poeta, quando Carlo di Valois giunge in Italia su richiesta del Papa e consegna Firenze nelle mani dei Guelfi neri, viene accusato di baratteria ed esiliato. Inizia, così, un periodo di sofferenze ed umiliazioni che lo conduce in giro per diverse corti dell?Itali settentrionale. La sua eccezionale forza d?animo, però, non lo abbandona e lo spinge a proseguire sino a giungere al cospetto di nobili che riconoscono la sua genialità, come Cangrande della Scala, a cui sono dedicati il Paradiso ed un?epistola che contiene la chiave di lettura di tutta la Divina Commedia. Durante il periodo dell?esilio, sostiene il De Sanctis ?Gli orizzonti di Dante si allargano: egli diviene cosmopolita?. Il poeta, infatti, accantona la tematica amorosa per focalizzare l?attenzione su problematiche più ampie. Nasce, così il Convivio, rimasto incompiuto probabilmente perché il poeta si è dedicato alla stesura della ?danteide?. Nel titolo è insito lo scopo stesso dell?opera: organizzare un banchetto alfine di offrire ai ?commensali? non cibi e vivande, ma la cultura. Il Convivio, infatti, composto in lingua volgare, è rivolto a tutte quelle persone che, per svariati motivi, non hanno potuto studiare, ma essendo di ?animo gentile? mostrano vivo interesse per la cultura. Dante rintraccia in questo gruppo la guida ideale per la società, in contrapposizione all?odiato ?popolo grasso? , ovvero la borghesia. Nel Convivio, l'autore esalta l?amore per la filosofia sotto le false spoglie di una donna gentile che ha consolato il suo dolore in seguito alla morte di Beatrice. La concezione filosofica dantesca ancorata alla cultura medievale, può essere ricondotta alla Scolastica di San Tommaso e, solo in Parte, alla Patristica di Sant?Agostino. In quest?opera, Dante celebra un importante elogio della lingua volgare, attribuendole pari dignità letteraria rispetto al latino. Nel trattato finale del Convivio, lo scrittore confuta la tesi dell?imperatore Federico II, secondo cui la nobiltà deriva dai natali. Egli asserisce, infatti, che essa può essere attenuta esclusivamente con l?esercizio della virtù. Il tema della politica viene affrontato in maniera più approfondita nel De Monarchia, unica opera dottrinale ultimata, ma di datazione incerta. In quest?ultima opera il poeta, utilizzando la lingua latina, si rivolge ai dotti. Egli indica la monarchia universale, con l?Imperatore al di sopra di tutti i regnanti, come l?unica forma di governo in grado di mantenere l?equilibrio e l?armonia all?interno della società. Dante attribuisce all?Imperatore ed al Pontefice pari importanza, ma sfere d?influenza diverse. Tuttavia, dal momento che la vita terrena si svolge in funzione di quella eterna, l?Imperatore deve naturale riverenza al Papa. Ovviamente, quella del poeta è solo un?utopia dovuta ad un?interpretazione pessimistica degli sconvolgimenti politici che porteranno al Rinascimento. Sebbene Dante rimanga molto legato alla cultura medievale, egli attribuisce grandissima importanza al volgare dirozzato in grado di esprimere tematiche elevate al pari del latino. Così, dopo l?elogio nel Convivio, con il De Vvulgari Eloquenzia egli si propone di fissare i canoni di utilizzo di questa nuova lingua. L?Alighieri definisce il volgare ?cardinale? ossia il cardine attorno al quale ruotano tutte le altre lingue, ?aulico? perché sarebbe la lingua parlata in un?ipotetica corte italiana, e ?curiale?. Tutte le tematiche affrontate vengono conglobate nella Divina Commedia, il poema sacro nel quale Dante assume il ruolo di profeta per il risanamento della società.

Elenacap95

nuovo iscritto
nuovo iscritto
 
Risposte:

Messaggioda *Yole* » 27 feb 2012, 15:56

credito dato

*Yole*

Utente GOLD
Utente GOLD
 

Torna a Temi, analisi poesie, Appunti scuola

Copyright © 2007-2024 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2024 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-04-16 06:30:34 - flow version _RPTC_G1.3