Appunti Hegel

Messaggioda yomi » 22 mar 2012, 16:22

HEGEL(1770-1831)
Affronta temi di attualità: interpretazione della realtà, società civile, stato ... Riassume in sé tutte le tematiche del romanticismo. Prende posizione nei confronti dei grandi eventi come la rivoluzione francese (prima entusiasto, poi critico). E’ l'espressione massima della sua epoca. È un filosofo calato nella realtà e la sua filosofia ne è la sua espressione. Dopo la sua morte c'è la destra e la sinistra Hegeliana. Consapevolezza della scissione che c'è nella realtà: contraddizioni a livello sociale, nel modo di interpretare la realtà, e l’unilateralità. La sua filosofia è la sintesi e la ricomposizione delle contrapposizioni. La dialettica è un punto fondamentale. La sua filosofia deve il successo alla sua sistematicità: Hegel non trascura niente e si pone domande importanti come la scissione dell'uomo moderno contraddetto dallo spirito egoistico. La filosofia deve andare a comprendere la realtà (gli altri filosofi precedenti lo avevano risolto in modo unilaterale secondo lui). Il compito della filosofia è ricomporre l'unità. Il suo linguaggio è difficile e arduo però ci sono anche delle pagine (esempio fenomenologia dello spirito) significative e accattivanti. Nella sua formazione filosofica una grande componente è formata dallo studio dei classici greci. Secondo lui il mondo greco rappresenta la massima sintesi delle forme dello spirito. Si basa sul criticismo kantiano e di idealismo tedesco. La filosofia è intesa come interpretazione della realtà.
Filosofia: conoscenza del reale. Il suo compito è apprendere il presente. La filosofia al proprio tempo ha preso con il pensiero. La filosofia non è la ricerca di qualcosa di diverso rispetto alla realtà. Lo riguarda Dio né un altro mondo, ma deve attenersi al reale. non è qualcosa di astratto, non si può insegnare nulla né proporre un imperativo categorico che ci deve ispirare. Deve cercare di comprendere la realtà nella sostanza razionale. Quando La filosofia è in grado di cogliere il presente diventa scienza, assume un atteggiamento scientifico perché si denota che la filosofia si sottrae da qualunque forma illusoria. Non è né arte né religione ma comprende in sé l'arte e la religione. Non è l'amore per la sapienza. E comprensione razionale della realtà, del presidente. La verità è figlia del proprio tempo, cioè che la verità non ha fondamento atemporale quindi ha come riferimento la storia. La storia è come un fiume che scorre sempre, cambia sempre come l'acqua del fiume: come il fiume è sempre fiume anche la storia è sempre intelligibile. La storia è intrisa di razionalità. La storia muta e mutano i criteri. La storia si sviluppa, ha un fine che è la piena realizzazione di razionalità. La storia è un percorso a conclusione del quale lo spirito raggiunge il livello più alto di razionalità. Il cambiamento è il calvario della storia, ma è necessario. La storia è un alternarsi delle vicende umane ognuna delle quali ha il suo significato e la sua ragione. Quando parla della filosofia come comprensione del presente intende ogni presente perché ogni epoca ha il suo presente rappresenta il punto massimo di espressione di se stessa. Ogni momento è sintesi di momenti precedenti (le vicende umane fanno tesoro delle vicende precedenti). Il presente comprende e supera la verità delle epoche passate.
Dialettica: l'immagine del reale è un'immagine dialettica. Il divenire è il frutto della contrapposizione di un evento a un altro. Da questo nasce la sintesi. La dialettica è triadica, cioè che si sviluppa in tre momenti (il critico preferisce utilizzare l'aggettivo trinitario chiusa parentesi. I momenti in cui la dialettica si esprime sono: tesi, antitesi e sintesi. Si parte da un'affermazione (per esempio la tesi è la rappresentazione dell'essere). Se affermo l'essere non posso non fare riferimento al non essere, ovvero al suo opposto. L'essere e il non essere sono posizioni unilaterali, quindi devono essere superate attraverso il divenire (momento sintetico). Essere (tesi), non essere (sintesi), divenire (sintesi). La sintesi non è l'unione di essere e non essere ma è un risultato perché è una sorta di unificazione degli aspetti positivi della tesi e dell'antitesi. La sintesi rappresenta la concretezza rispetto all'astrazione del unilateralità.
"La fenomenologia dello spirito" (romanzo della coscienza)
il punto di partenza è romantico perché è un argomento che il romanticismo aveva fatto proprio. Le romanticismo si parla della concezione di modernità come scissione tra natura e spirito, oggetto e soggetto, contrapposizione di finito e infinito, l'uomo e la società. Per Hegel è venuta meno l'armonia che caratterizzava i greci perché nella modernità l'uomo non è più radicato nella natura e non si riconosce nella società. Dire questo è equivalente a dire che l'uomo vive una condizione di estraneità (alienazione): significa l'esternazione e oggettivazione e processo per cui l'idea deve manifestarsi negandosi in qualcun altro rispetto a se stessa (per esempio l'uomo perché oggettiva alla sua natura e individua nella religione il punto per le proprie aspirazioni). L'obiettivo è di ripristinare l'armonia perduta e per fare ciò deve essere superata la alienazione. È necessario che la coscienza individuale ripercorre le tappe dello spirito ha percorso durante i secoli per prenderne coscienza e diventare sapere assoluto. Da coscienza individuale a sapere assoluto. Il sapere assoluto è la filosofia che si identifica come scienza. La fenomenologia è il ripercorre tutte le tappe della coscienza. In questa opera si cerca di dimostrare come la coscienza è in grado di superare le opposizioni diventando capace di ricostruire l'armonia. La funzione della fenomenologia e anche pedagogica perché c'insegna come siano avvenuti nei secoli precedenti ed educa l'uomo alla vita spirituale. È convinto che la filosofia per diventare un sapere scientifico deve fare l'esperienza del processo di formazione del sapere. Dicendo questo dà un riconoscimento all'empirismo. Dalla fase più bassa di sapere (quello che viene dall'esperienza) si arriva all'autocoscienza. La fenomenologia è il racconto del manifestarsi della coscienza umana nella storia: il ripercorre gli errori, le scissioni, le conflittualità...
fenomenologia: manifestazione. Quando parla di questo processo indirizza le figure che sono le forme storiche attraverso le quali il sapere si è manifestato. Una delle figure più importanti è quella del rapporto servo- padrone perché esprime il percorso che l'idea della libertà deve compiere per affermarsi nel mondo. L'altra figura è quella della coscienza infelice perché esprime l'infelicità della coscienza umana dilaniata dalla consapevolezza di essere finita e il bisogno di tendere verso l'infinito. Il dramma del cristianesimo è di far arrivare l'uomo alla consapevolezza di sé in quanto essere finito però allo stesso tempo non può fare a meno di aspirare all'infinito. Sostiene che il punto di partenza della conoscenza è la conoscenza sensibile o sapere dell'immediato o sapere dell'essente. Si parla di quel sapere che pone la verità fuori dal soggetto. Questo sapere ha un contenuto concreto gli appare come la coscienza più ricca ma in realtà non lo è. Appare come coscienza più vera ma subito però la coscienza si rende conto di quanto sia falso porre la verità nelle cose che stanno al di fuori di sé. Quando la coscienza guadagna questa caratteristica produttiva diventa autocoscienza (è lei c'è la produttrice di quello che sta fuori di sé). L'autocoscienza però si trova di fronte a sé e si incontra-scontra con una nuova figura più complessa: l'altra autocoscienza. Questo incontro-scontro porta alla lotta fino alla morte (dialettica che ricorda Hobbes). L'autocoscienza però in questo momento non si appaga più del possesso delle cose ma si sente che ha bisogno degli altri, sente il bisogno di essere riconosciuta dalle altre autocoscienze. Il fatto che la scienza ha bisogno di ciò la porta ad una condizione di conflittualità perché il riconoscimento avviene nella forma della lotta.
Dialettica servo-padrone: il padrone è colui che avendo messo a rischio la propria vita è riuscito a sottomettere il servo. Il servo è colui che ad un certo punto della lotta avendo paura della morte abbandoni il campo di battaglia, però il servo nel servizio si autodisciplina (impara vincere la paura, gli istinti naturali). Servizio: lavoro. Il servo con il lavoro arriva alla consapevolezza della propria indipendenza perché il lavoro non è qualcosa di istintivo e la razionalità si incorre nel lavoratore. Differenza tra servo e padrone: il padrone consuma i beni che il servo gli prepara, mentre il servo coltiva i beni non distruggendoli ma arricchendoli. Il padrone che vive del lavoro del servo consuma le cose e riprende se stesso dipendente dal servo. Trasforma se stesso il signore del suo padrone e lui diventa il servo del servo.
Figura del saggio stoico: lo stoico è colui che afferma la libertà del soggetto rispetto a tutto ciò che è esterno. L’autocoscienza si chiude in se stessa e pensa che tutto gli debba essere indifferente. Annulla le passioni, le emozioni, i sentimenti..Hegel lo considera un atteggiamento astratto. La figura dello stoico è seguita da quello scettico.
Figura del saggio scettico: decide di mettere tra perentesi il mondo, lo annulla. Distrugge l’oggettività del mondo e ritiene che nulla sia vero. L’atteggiamento di qeusto contiene un’ autocontraddizione: da una parte non esiste nessuna verità, dall’altra sostiene la verità della sua affermazione.
Nello scetticismo e stoicismo c'è una scissione. Lo stoico e lo scettico hanno dichiarato guerra agli altri reagendo in due modi diversi: lo storico rinchiudendosi in se stesso vede l’alteriorità come qualcosa di oltre, lo scetticismo ritiene vera solo la sua posizione e non attribuisce verità alle posizioni degli altri.
Una nuova figura dello spirito è la coscienza infelice che rappresenta il momento della sintesi. È l'autocoscienza cristiana. È consapevole della mutevolezza della realtà e consapevole che il deve aspirare a qualcosa di immutabile. Aspira addio, ente immutabile e perfetto. Da qui l'infelicità perché avverte la propria finitudine ma non può fare a meno di tendere verso l'infinito. Atteggiamento tipico del misticismo medievale che arriva ad annullare l'uomo in Dio. Si superano le contraddizioni dello stoicismo e scetticismo. La coscienza cristiana diventa ragione: figura della fenomenologia che caratterizza l'età moderna. Inizialmente cerca la stessa nella natura (naturalismo del Rinascimento: Telesio, Bruno e Campanella). Questo aveva come strumento l'osservazione. Si va oltre perché la ragione diventa scienza perché si basa sull'esperimento (Galilei). Non basta perché in questo cercare la ragione si perde e entra in crisi. La ragione delusa, ritorna in se stessa, così si ritrova la propria soggettività (ora soggettività). Momento del piacere: la ragione si tuffa nel piacere poi si rende conto che il piacere è illusorio che lega l'uomo ha qualcosa esteriore quindi la coscienza compie un altro passo: la legge del cuore (Rosseau e romanticismo) che pretende di essere in grado di individuare i problemi della società e attraverso il sentimentalismo cerca di sconfiggere per esempio il dispotismo politico, il fanatismo. Il problema è che rimaniamo a livello di soggettività, cosa che non ci soddisfa perché dobbiamo trovare una soluzione universale. La coscienza capisce che deve andare oltre il cuore e si arriva alla virtù (morale kantiana). Grazie alla legge morale che aspira ad una dimensione universale si arriva al superamento dell'individuo. Secondo Hegel la morale di Kant si basa sull'essere ma sul dovere delle punto nella legge morale la coscienza si sente frustrata (Kant gestisce la piena soddisfazione avviene nell'aldilà) perché non ha la certezza di realizzare appieno la legge morale visto che tutto viene delegato all'aldilà. Hegel dice che la coscienza soddisfa pienamente che da quando la morale kantiana si riferisce ad un contesto storico preciso. Si supera la soggettività e si passa dalla morale soggettiva all'eticità: assume il punto di vista dello spirito che si incarna nelle istituzioni storico-politiche di un popolo e più precisamente nello stato. Tutte le massime della morale (non uccidere, ama il tuo prossimo, di' la verità...) sono astratte e non sono calate all'interno dello Stato. Sono stato rende concrete le massime della morale, cioè ne chiarisce il contenuto (per esempio è possibile uccidere quando si è in guerra). La ragione si è realizzata nella storia. Se si prende in considerazione il singolo rispetto all'universale diventa insignificante. Questa conclusione si identifica con l'avvento dell'idealismo. Si arriva al sapere assoluto che non è qualcosa che corriamo subito. Lo strumento è permesso di cogliere la consapevolezza è la dialettica.
DIALETTICA
La verità deve essere intesa come totalità (il vero e l'intero). Questa affermazione deve essere vista come risultato di un processo dialettico. La dialettica era la metafisica. S'era imbattuta nelle antinomie e non sapeva fare delle scelte. In Kant la dialettica era negativa, in Hegel la dialettica è sommamente Iva e dello strumento che permette alla regione di realizzare se stessa. La dialettica è la forma più adeguata per cogliere la realtà, che cambia e che è contraddittoria. Viene proposta una nuova concezione della logica (sia la logica trascendentale di Kant e quella tradizionale antica sono inadeguati perché non mi permettono di cogliere i momenti particolari in cui la realtà si manifesta). La realtà è intesa come processualità e richiede una logica che si è in grado di cogliere il divenire in tutti i suoi aspetti. La dialettica è lo strumento che permette di cogliere la realtà e il pensiero perché entrambi sono l'aspetto di contraddittorietà l'intero si basa su io. Qualsiasi fenomeno particolare è sintesi di un processo tesi di un altro. L'intero esiste perché esiste il conflitto. La dialettica ha una costituzione triadica: tesi, antitesi sintesi.
Tesi: aumenta la strada in cui l'oggetto si manifesta immediatamente (momento dell'in sé)
Antitesi: momento negativo in cui si pone un'altra determinazione del soggetto però come qualcosa di opposto al primo momento della concretezza (momento di per sé)
Sintesi: momento più razionale e speculativo. Il conflitto di tesi e antitesi è superato in un'armonia superiore e si arriva alla definizione della verità nella sua completezza (momento in se e per se).
Il momento del antitesi è fondamentale, è il motore di tutto questo sistema perché se non ci fosse non ci sarebbe nemmeno la sintesi. Che permette di cogliere il dinamismo della realtà momento come forza motrice della dialettica. La dialettica è un processo finito.
CONCETTO DI REALTA’ E NATURA
La razionalità si esprime attraverso il processo dialettico. Tutto ciò che è reale è ragione realizzata (ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale). Ciò che è accaduto e accade è giusto che sia caduto e che accada. I piani politici, sociali, personali che avevano caratterizzato i pensieri degli utopisti sono privi di razionalità, che non hanno avuto realizzazione. La realtà di Hegel non è un'esistenza passeggera ma un significato storico. Quando parla della realtà parla dei grandi eventi che segnano la storia del mondo. E non certo punto della vita accade qualcosa, per esempio ad uno casca quasi per timore è importante per la famiglia ma non per la storia, come per esempio Napoleone che intraprende la guerra. Il ritmo del pensiero è il ritmo della realtà. La logica della dialettica (studio del movimento del pensiero) deve essere applicata alla realtà. Il pensiero e la realtà sono regolate dalla stessa legge dialettica. "L'idea è dotata di mani e piedi", cioè che fondamentalmente processo e quindi è incarnazione e esternazione nella realtà fisica (natura). La natura è l'idea che esce fuori di sé. L'idea si manifesta attraverso i fenomeni naturali e questi sono la estroflessione dell'idea. L'idea si disperde nello spazio e nel tempo e assume la forma della natura. La natura è manifestazione dello spirito. L'unica realtà è lo spirito (idea,logos...) non individuale ma universale. Lo spirito si manifesta nella natura, quindi diventa realtà fisica. La natura è l'estraniazione (uscire fuori di sé) dell'idea da sè. La natura ha la caratteristica dell'esteriorità perché l'idea fuori di sé. La natura non è libera per tutti in lizza solo la necessità e accidentalità. La natura diventa opposizione. La natura è manifestazione dell'idea ma nella sua forma più bassa (svalutazione della natura). Nella natura ogni forma manca dell'oggetto. Se arriva a considerare superiore ogni azione dell'uomo anche la più malvagia. Ne parla perché è pur sempre una manifestazione dello spirito, anche se ad un livello più basso. Tutta la natura è racchiusa in belle forme rigide. Dal punto di vista del sapere scientifico mostra i suoi limiti. L'unica funzione è quella di rappresentare l'oggettivazione dell'idea. È una tappa necessaria che permette di arrivare alla filosofia dello spirito. La filosofia della natura si distingue in: meccanica, ricca, organica (ciò è inaccettabile).
FILOSOFIA DELLO SPIRITO(STUDIA L’IDEA CHE TORNA IN SE’)
la sua filosofia si distingue in: logica (idea in sé), filosofia della natura (idea fuori di sé) e filosofia dello spirito (idea in sé e per sè). Tra di loro sono i rapporti tesi, antitesi e sintesi.
I tre momenti della logica sono: essere, concetto, essenza. La logica studia lo studio logico-razionale della realtà.
La filosofia dello spirito è articolata in tre momenti: filosofia dello spirito soggettivo, oggettivo e assoluto.
Lo Spirito soggettivo si distingue in: antropologia, fenomenologia e psicologia
Lo spirito oggettivo si distingue in: Diritto, moralità e eticità
Lo spirito assoluto si distingue in: arte, religione, filosofia. Lo spirito ha raggiunto la pienezza nella filosofia è quella dell'idealismo.
SPIRITO OGGETTIVO
si trova la questione dell'uomo il rapporto con gli altri uomini ("lineamenti della filosofia del diritto"). Hegel e attento agli avvenimenti del suo tempo. La lettura del giornale è una sorta preghiera mattutina. Lo spirito oggettivo si distingue in: diritto, moralità ed eticità.
Il diritto nasce dalla volontà libera. Nel diritto distingue il momento del contratto: il riconoscimento tra gli uomini riguarda le cose che appartengono all'uno o all'altro. Ne consegue una necessità razionale e gli uomini entrino i rapporti contrattuali. Diritto c'è anche la possibilità che le norme vengono violate. La violazione del diritto si può trasformare anche in delitto. La violenza può essere solo fisica perché la volontà non può essere soggiogata. Ci deve essere una pena che ha il compito di ripristinare l'ordine giuridico e razionale. Non crede nella rieducazione del delinquente. La pena di morte è applicabile è stato deve essere inflessibile.
La moralità è il superamento del diritto privato, studia la dimensione dell'interiorità. L'uomo si realizza come soggetto libero e responsabile delle proprie azioni la morale di Kant e astratta, non è in grado di collegare il dovere al bene.
L’eticità è il superamento della morale di Kant e del sentimento. È la sintesi del diritto e della moralità. È una sintesi che si attiva nell’etos di un popolo. Si concretizza nelle istituzioni e nelle leggi che sono espressione dello spirito di un popolo e non sono un'imposizione. Lo spirito passa attraverso tre momenti: famiglia, società civile e stato. La famiglia è la prima istituzione in cui il rapporto di sesso naturale si basa sull'amore. E la gente momenti: matrimonio, patrimonio famigliare e educazione dei figli. Nell'educazione degli una seconda nascita di figli e per questo è stato l'istanza e figlia avevano nel istituzione familiare romana. La famiglia deve sciogliersi e figli quando ne escono devono essere capaci di formare un'altra famiglia. Questo dà origine alla società civile che rappresenta una cerniera la famiglia è stato. Parla della società borghese, c'è la società del suo tempo. Favorisce lo scambio delle merci, si occupa dell'amministrazione della giustizia. La analizza perché l'obiettivo è quello di realizzare un'armonia e superare la caoticità apparente. Deve soddisfare il sistema dei bisogni. Si basa sul diritto sulle leggi. Nella società civile e ad affermare la garanzia della sussistenza e del benessere del singolo. Quando l'armonia viene mantenuta dalla polizia, dalle corporazioni l'uomo diventa cittadino. Questo accade solo dalla società civile. Nella società civile il cittadino e la concretezza della rappresentazione che si chiama un uomo. Si parla per la prima volta di uomini intesi come cittadini. Nella società civile d'uomo acquista le caratteristiche che gli competono quindi diventa veramente un uomo perché soddisfa i suoi bisogni di lavoro. Si abbandona l'egoismo e si converte il contributo all'appagamento di tutti gli altri individui. Importante ai fini dell'educazione e della formazione dei figli deve rispondere al bisogno di prepararsi alla vita attraverso lo studio. Deve moderare gli egoismi privati (costituzione delle classi sociali) e per fare in modo che chi ha la ricchezza deve usarla in modo onesto e deve aiutare i più bisognosi. Deve assicurarsi la presenza di associazioni sindacali che proteggono gli interessi dei vari gruppi. Le classi sono essenziali. Hegel ne individua tre:
-agricoltori: classe sostanziale perché il suo patrimonio è rappresentato da prodotti naturali che essa stessa produce
-lavoratori dell'industria e del commercio: elaborano il prodotto naturale e si fonda sul proprio lavoro
-funzionari pubblici: classe generale che salvaguarda gli interessi dello Stato sociale questa classe indispensabile per accaparrare i beni.
Lo Stato è il momento sintetico dove i conflitti sociali vengono moderati. È stato il garante dell'esercizio dei diritti di ogni persona. La sostanza etica, è la sintesi della famiglia e società civile, sostanza etica giunta alla consapevolezza di sé, incarnazione massima della realtà. Hegel arriva a compiere una divinizzazione dello Stato. I cittadini hanno il dovere di sentirsi componenti dello Stato. Lo Stato nascesse come risultato di un patto di unione ne deriverebbe che il sesso fosse espressione della volontà dei singoli individui e perderebbe l'universalità (si spinge il contrattualismo). Attribuisce allo Stato il compito di risolvere e di (sintetizzare) i contratti di società civile, si fanno prevalere gli interessi collettivi e non i singoli. Lo Stato lo spirito di un popolo, non prevale il cittadino in quanto tale ma si diventa cittadini perchè c’è lo Stato. È uno stato forte ma non dispotico perchè è regolato dalle leggi che stanno al di sopra di qualunque arbitrarietà. La forma migliore di Stato e la monarchia prussiana perché rappresenta la sintesi di autorità e modernità. Gli individui al di fuori dello Stato sono una moltitudine senza senso e senza forma. Pensa ad una monarchia costituzionale regolata da leggi e da 3 poteri: il potere legislativo, il potere esecutivo e il potere del principe.
Potere legislativo: è il potere di fare le leggi. È esercitato da un'assemblea dove vengono rappresentate le classi quindi gli interessi particolaristici.
Potere esecutivo o governativo: si mettono in pratica le leggi.
Potere del principe: al principe spetta di dire l'ultima parola riguarda le leggi e alle decisioni da prendere. Il sovrano appare come il culmine della decisione formale ma non contenutistica "deve dire solo di si e mettere i puntini sulle i".
Il vero potere compete ai funzionari pubblici che devono preparare i testi delle leggi farli diventare norme esecutive. Intravedeva già il ruolo della burocrazia nell'ottocento. Quando Non è possibile risolvere i contrasti tra gli Stati il rimedio è la guerra. Giustifica la guerra che è necessaria e eticamente opportuna. È necessaria perché visto che ogni Stato è autonomo, indipendente e assoluto non può riconoscere che esista niente che può risolvere il conflitto. È un'utopia pensare ad accordi. La guerra è auspicabile e opportuna perché rappresenta un antidoto contro l'invecchiamento dei popoli. La guerra rigenera i popoli come il vento preserva il mare dalla putrefazione. Risponde anche ad un bisogno teoretico, infatti rivela come il possesso della vita siano posti come cose accidentali. La guerra porta la morte e diventa una metafora del carattere finito del singolo e necessità di superare la finitezza, quindi la morte è positiva.
CONCEZIONE DELLA STORIA
lo Stato rappresenta il momento in cui lo spirito si realizza concretamente. L'uomo è libero all'interno dello Stato e al di fuori di esso non avrebbe possibilità di sopravvivenza. Vidi la storia universale come il succedersi di forme statali sempre più perfette, cioè rappresenta un momento in cui la libertà si realizza in modo sempre più chiaro. Nel mondo orientale gli Stati erano dispotici e solo uno era libero, il despota. Nel mondo greco-Romano che la libertà di alcuni (nobili, patrizi). Nel mondo moderno in particolare il cristiano germanico tutti gli uomini sono liberi e consapevoli di essere tali. La monarchia moderna è quella costituzionale e si basa su un ordinamento di leggi e queste vengono visti come la realizzazione della libertà di uomini. Le leggi sono espressione dello spirito di un popolo e diventano la razionalità del mondo, rispettarle vuol dire elevarsi all'eticità di un popolo. La storia della libertà parte da est per arrivare ad ovest. La storia della libertà assume la forma più completa in Europa, comunque l'America assumerà un ruolo importante nel mondo (paesi dell'avvenire) e questo ruolo importante lo assume nel conflitto tra nord e sud del mondo. L'Asia è capace di una cultura intensa ma limitata. L'Africa rappresenta la parte oscura dove una natura selvaggia e non c'è storia perché essa è la rivelazione dello spirito e qui non c'è. L'Europa è il continente dello spirito unificato. Si parla per la prima volta di storia con il popolo di Israele e per primo aveva un suo Dio. In Egitto la materia si riempie di spirito nei geroglifici. La filosofia si affaccia per la prima volta in Grecia. Il suo fondatore è Socrate "conosci te stesso". La Grecia il suo primato a Roma dove però manca la dimensione dell’ interiorità. Con Lutero Dio finisce di essere fuori dall'uomo e si inteneriorizza nella coscienza. L'illuminismo si consolidano la conquista del protestantesimo e si afferma il primato della ragione umana che possano rivoluzione francese. La scissione tra soggetto e oggetto viene superata grazie al cristianesimo protestante e alla filosofia tedesca. Secondo Hegel è nella storia dello spirito del mondo si sviluppa e si evolve. Questo progresso ha un senso e una finalità. Il senso è che la storia si muove in una direzione progressiva. La finalità consiste nella libertà che permette alla ragione di realizzarsi completamente. Il fine ultimo della storia è affidata al caso. Tutta La storia universale È una storia secondo la quale tutto ciò che è successo è razionale. Non dobbiamo fermarci alla superficialità delle cose perche non riesco a cogliere la sostanza (non con l’occhio fisico, ma con l’occhio della ragione). Devo pormi dal punto di vista della totalità. Se la filosofia si occupa di storia deve occuparsi non dei fenomeni nella loro individualità che sono accidentali. Colgo non gli avvenimenti in sè ma il loro spirito. Per interpretare la storia bisogna individuare 3 categorie: mutamento, ringiovanimento e provvidenza. Il mutamento è definito il calvario della storia che ci strappa quello che ci sembra più bello (gli imperi). Alla morte succede la vita c'è il ringiovanimento e si propongono delle realtà che non sono il ripetersi della meravigliosità precedente ma qualcosa di rinnovato. Lungo il corso della storia non sempre lo spirito del mondo riesce a trionfare e può essere ostacolato ma nonostante gli impedimenti ciò che non viene meno e il compito che deve portare avanti. La ragione non abbandona mai il mondo (concerto della provvidenza storica). Tutti gli errori, le passioni, gli impedimenti vengono volti a fin di bene.
Individui cosmici-storici: grandi personaggi della storia. Non si rendono conto che la ragione si serve di loro (astuzia della regione) per realizzare se stessa.
FILOSOFIA DELLO SPIRITO ASSOLUTO
lo spirito assoluto torna in sé. Rappresenta il momento della filosofia dove lo spirito alla consapevolezza che tutto è spirito. Questa consapevolezza si raggiunge attraverso 3 gradi: arte, religione e filosofia. Hanno lo stesso contenuto: assoluto però si esprime in forme differenti. Nell’arte si esprime nella forma di istituzione sensibile, nella religione nella forma di rappresentazione, nella filosofia nella forma di concetto.
Arte: distingue l’arte simbolica, classica e romantica. Si manifesta attraverso l'intuizione sensibile. L'artista fa emergere dalla raletà sensibile la spiritualità delle cose. Il bello è nell’idea.
L'arte simbolica è la fase di sviluppo dove la sensibilità tende a prevalere sull'idea contenuta in essa. Quest'arte si distingue attraverso il simbolo.
L'arte classica e apparsa in Grecia e si è diffusa in età classica dove c'è l'armonia tra il contenuto artistico e l'espressione. Il rapporto finito e infinito raggiunge un equilibrio. Ideale statico.
L'arte romantica si diffonde nei popoli germanici dove c’è la supremazia dello spirito sulla materia. Recuperare la vitalità attraverso il romanticismo.
Hegel mostra tutti i limiti dell'arte perché rappresenta solo il primo momento dello spirito assoluto. In questi limiti si trova quello che Benedetto Croce dirà: cioè la morte dell'arte. L'arte deve essere superata.
Religione: nella religione viene rappresentato nella sua essenza. E a metà strada tra l’arte e la filosofia perchè non può fare a meno delle immagini fantastiche dei riti e dei miti. Rimane ancora legeta ad una simbologia religiosa. La coscienza si riconosce limitata ma non può fare a meno di ispirarsi a Dio. Il cristianesimo rappresenta la forma migliore perché è la più spirituale e la più completa. Ricostruisce la storia del cristianesimo. Nel cristianesimo Hegel riconosce come Dio si manifesta attraverso l’assoluto spirituale. Nella trinità si realizza la storia si Dio. Il momento centrale è l’incarnazione di Gesù e si instaura un rapporto tra divino e umano. Nella riforma protestante il cristianesimo ha trovato la sua forma autentica. La religione coincide con la storia delle religioni. Anche la religione ha dei limiti rappresentati dal fatto che si esprime con la rappresentazione. L’assoluto si manifesta come trascendente. Nella religione cristiana c’è la tendenza verso la filosofia che trova espressione nel passaggio alla filosofia. La filosofia è il passaggio necessario in seguito alla religione. Nella filosofia l’assoluto giunge alla forma adeguata di sé. È l’idea che pensa se stessa, idea eterna in se e per se. L’infinito non è più trascendentale rispetto al finito ma si afferma come la dimensione costitutiva del finito. La verità filosofica contiene in se la religione e la rende vera. L’infinito esprime se stesso nel finito. La filosofia è un processo e si indentifica con la sua storia. Ogni filosofia è espressione concettuale del proprio tempo e il proprio tempo trova nella filosofia ciòc he ha di veramente essenziale. La filosofia ultima nel tempo (idealismo) è l’insieme del risultato di tutte le precendenti e deve contenere i concetti di tutte, quindi essa è la più sviluppata. I sistemi filosofici sono l’espressione dell’autocoscienza dello spirito. Hegel per rappresentare il ruolo della filosofia utilizza l’espressione della civetta che spicca il volo al tramonto. La filosofia è un attività propria di quei periodi in cui il cammino si è compiuto, è un’attività della fase autunnale di un epoca.
1 posizione: Hegel ci fa capire che la filosofia è in grado si cogliere ciò che sta mutando nel divenire storico. La filosofia svolge un ruolo cruciale e decisivo per l’età nuova.
2 posizione: Hegel dice che la filosofia giunge dopo la fase di un processo storico. Il compito della filosofia è quello di interpretare la realtà. Nel pensiero di Hegel si coglie la verità che è limite di ogni filosofia perché predente di colgiere tutte le verità.

yomi

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Messaggioda *Yole* » 22 mar 2012, 16:28

credito dato

*Yole*

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Messaggioda yomi » 22 mar 2012, 16:34

grazie

yomi

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Messaggioda *Yole* » 26 mar 2012, 15:08

prego bye

*Yole*

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