La globalizzazione

Messaggioda Dilettavivaldi97 » 5 apr 2012, 9:02

La globalizzazione è nata con lo straordinario sviluppo dei trasporti, delle comunicazioni e delle telematiche che hanno reso il pianeta sempre più interdipendente. Con questo termine non si vuole indicare solo l’enorme crescita dei trasporti, ma indica la dimensione planetaria che tutti gli aspetti della realtà hanno assunto nel senso che non vi è più nessun problema la cui risoluzione non implica l’intervento di ciascuno Stato. Gli Stati vanno man mano perdendo influenza sulla loro economia, infatti, i capitali finanziari non hanno più confini nazionali. Infatti, se in passato il crollo di una borsa aveva ripercussioni su paesi lontani dopo mesi, oggi si hanno all’istante. Lo sviluppo delle moderne tecnologie ha permesso la nascita della globalizzazione e le multinazionali stabiliscono le condizioni. In passato gli scambi commerciali avvenivano tra diversi settori economici, oggi invece il commercio avviene all’interno di singoli settori o anche tra filiali della stessa impresa dislocate in più paesi la motivazione perciò le fasi di produzioni o servizi sono collocati all’estero è dovuto al fatto che si ha un rapporto più favorevole tra specializzazione e costo del lavoro. Ad esempio in India c’è il centro di elaborazione dati di tutte le compagnie aeree mondiali dove è impiagato un personale molto specializzato ma retribuito con salari molto più bassi rispetto al resto del mondo. I lavoratori dei paesi sviluppati percepiscono uno stipendio migliore e rispetto a quello dei paesi in via di sviluppo e per questo motivo questi ultimi si trovano in una posizione concorrenziale rispetto ai lavoratori dei paesi ricchi questa concorrenza ha messo in crisi il potere contrattuale e le sue strategie cioè se da un lato le politiche sociali elevano il tenore di vita dei lavoratori dall’altra aumentano il costo del lavoro provocando un’emigrazione verso quei paesi dove tutto cìò è del tutto assente. Uno dei risvolti più penosi di questa concorrenza internazionale per l’occupazione è quello del lavoro minorile, che viene vietato e punito per legge nei paesi sviluppati ma praticato in quelli arretrati, in qui non solo le leggi ma anche la coscienza comune accettano questa prassi come del tutto normale. Infatti, nel terzo mondo vi è un altissimo numero di bambini schiavi che svolgono lavori faticosi e spessi pericolosi per orari interminabili percependo un salario esiguo anche rispetto a quelli gia bassi dei loro connazionali adulti. Solo grazie ad un’intensa campagnia di sensibilizzazione dell’opinione pubblica occidentale, alcune grandi imprese s’impegnano a non impiegare manodopera infantile. Un altro importante segnale dell’avvenuta globalizzazione e quello dei flussi migratori. L’entità delle migrazioni non è quantificabile per via clandestinità. Una parte dell’opinione pubblica ritiene che le persone immigrate rappresentano una minaccia perché può aumentare la criminalità. Altri ritengono leintegrazione può essere portatrice di nuovi valori, vitali e culturali e che la presenza di una forza di lavoro straniera può svolgere quelle mansioni che i giovani cresciuti nella società del benessere rifiutano. Il fenomeno della globalizzazione non ho lasciato indifferente nemmeno il campo alimentare. Infatti si stanno diffondendo sempre di più le abitudini alimentari tipiche americane attraverso la diffusione dei cosiddetti Mcdonald dove si consumano cibi che non rispettano una sana ed equilibrata alimentazione 
ciao!!

Dilettavivaldi97

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Messaggioda giada » 5 apr 2012, 10:52

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