Analisi testuale - IL NOME DELLA ROSA Umberto Eco

Messaggioda Umpa_ » 12 apr 2012, 16:29

Il Nome Della Rosa è un romanzo giallo-storico di Umberto Eco. E’ ambientato in un monastero medievale nel Nord dell’Italia a metà del 1300. I fatti narrati hanno una durata di sette giorni; ciascuna giornata è un capitolo del romanzo, ed è a sua volta suddivisa secondo le ore liturgiche. Questo romanzo ruota sullo svolgersi delle indagini di Guglielmo e Adso; importante è anche il tema del riso e quello delle eresie. Tutta la narrazione può essere anche considerata come un enorme flashback di Adso, il narratore interno alla storia ed onnisciente poiché narra gli avvenimenti accaduti quando sono già passati molti anni; il tempo della storia e quello del racconto spesso coincidono, anche se si possono trovare delle pause in cui interviene l’Adso anziano che spiega alcune cose. Ogni tanto è presente qualche prolessi, anticipazioni che il narratore ci fornisce sull’esito delle vicende; le analessi presenti, invece, analizzano la vita passata di alcuni monaci e le vicende storiche accadute in quegli anni. Allo scopo di svelare solo alla fine chi è il colpevole, sono usate parecchie ellissi, che non permettono di esporre i fatti secondo un ordine cronologico. La più grande di queste è situata verso la fine del romanzo, nel passaggio tra l’ultimo capitolo del settimo giorno e l’Ultimo Folio: essa comprende tre giorni nei quali l’abbazia è distrutta dall’incendio. Da questa ellisse in poi i fatti sono narrati più sommariamente e sono eliminati parecchi dettagli. Alla fine del libro c’è anche un sommario, in cui il narratore si limita a fare un elenco dei fatti più importanti. Anche la focalizzazione come il narratore è interna. In questo romanzo possiamo trovare ogni tipo di sequenza: dialogica, narrativa, descrittiva, riflessiva – le ultime due sono anche quelle più usate e importanti; per quanto riguarda le descrizioni sono molto dettagliate e Adso le sviluppa in modo soggettivo; in ognuna di esse è racchiuso un significato allegorico. Eco utilizza un linguaggio formale, che però cambia a seconda della cultura di chi parla, caratterizzato dall’ipotassi; sono presenti anche molte frasi interamente in latino. Anche il discorso usato cambia a seconda dei casi: si riscontra un discorso raccontato per le descrizioni; quello diretto per i dialoghi riportati; quello indiretto per le situazioni raccontate da Adso; il monologo quando alcuni dei personaggi riflettono o racconto episodi della propria storia. Tranne Adso, disposto ad imparare e a mettere in gioco le proprie idee, tutti i personaggi sono per lo più statici: ognuno, infatti, ha un proprio ruolo nel romanzo e mantiene le proprie idee senza addurre cambiamenti. Quasi tutti inoltre sono inizialmente introdotti da una descrizione fisica, e poi caratterizzati mediante il loro comportamento; fa nuovamente eccezione Adso di cui, essendo il narratore, abbiamo solo un descrizione indiretta.

Umpa_

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Messaggioda giada » 13 apr 2012, 10:26

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