Il simposio di Platone Argomento narrazione Riassunto

Messaggioda TerrorAnto » 7 giu 2012, 18:43

il dialogo narrato: nelle prime pagine infatti Apollodoro riferisce all'amico Glaucone quello che Aristodemo gli ha raccontato sul banchetto offerto dal poeta Agatone nel 416 a.C. Il convivio era stato organizzato per festeggiare la vittoria di Agatone ottenuta al concorso tragico delle Grandi Dionisie. Questa occasione riunisce alcuni amici del poeta che sono espressione delle varie forme artistico-culturali dell'Atene del V sec.a.C. I personaggi in questione sono stati anche interpretati come delle maschere che esprimono non solo individualità ma correnti di pensiero dell' epoca di Socrate e di Platone. Essi sono: Fedro (simbolo di quel tipo di uomini che sanno provocare discorsi piuttosto che farne di propri), Pausania (maschera del politico), .. (rappresentante dell'ordine dei medici greci), Aristofane (simbolo della commedia greca), Agatone (maschera della tragedia), Socrate (maschera del filosofo greco, non parla in prima persona, ma assume la maschera della sacerdotessa Diotima, a cui affida l'esposizione del proprio pensiero); ed infine Alcibiade (rappresenta il giovane dotato, ma incapace di cogliere fino in fondo il senso e le finalità del discorso di Socrate). Durante il banchetto i partecipanti decidono di pronunciare a turno un elogio in onore del dio Eros. Si susseguono così una serie di discorsi circa le qualità e le caratteristiche di Amore che arrivano al massimo nel discorso di Socrate; la sua novità è mostrare non tanto pregi e difetti, quanto la natura di Eros arrivando ad una vera e propria confutazione di ciò che aveva detto in precedenza Agatone. L'opera si chiude con la comparsa finale di Alcibiade che pronuncia un discorso encomiastico nei confronti dell'amato Socrate. DISCORSO DI FEDRO Il primo a parlare tra gli invitati è Fedro che dice che Amore èè il dio che viene lodato da più tempo ed è anche il più antico, come attestano Esiodo e Acusilao, che all'origine del mondo pongono il Caos e la Terra e quindi anche Amore. Anche Parmenide ne è un esempio,infatti sostiene che la Giustizia “per primo, fra tutti gli dei, si prese cura di Amore”. È amore a spingere amante e amato a gareggiare in coraggio, valore, nobiltà d'animo: gli eserciti, se costituiti da tutti amanti e amati, sono imbattibili: “Se vi fosse dunque qualche possibilità perché una città o un esercito fossero costituiti per intero da amatori e da amati, non vi è modo per cui potessero disporre meglio la propria esistenza tenendosi lontani da ogni bruttura e gareggiando tra di loro in desiderio di gloria, e combattendo insieme gli uni con gli altri, essi vincerebbero, anche se in pochi, per così dire, tutti gli uomini. Infatti l'uomo che ama sarebbe disposto ad essere visto da tutti gli altri mentre abbandona la posizione o getta via le armi più che dal proprio amato e sceglierebbe di morire più volte invece di questo.

TerrorAnto

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Messaggioda giada » 8 giu 2012, 17:19

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