da Mary Carrozza » 18 set 2012, 14:08
Costruire il barbaro
Lo straniero - ospite
Lo straniero - ospite è (viene considerata) una persona inviolabile, nei confronti della quale l’ospitante, aveva mille riguardi, perché lo ritiene protetto da una divinità.
Lo straniero - nemico
Lo straniero nemico al contrario, viene considerata come una persona che incute timore, una persona dalla quale bisogna guardarsi e difendersi.
Un primo ostacolo che si interpone al rapporto con lo straniero, è di tipo visivo. Lo straniero, infatti, presenta caratteristiche fisiche rispetto a quelle proprie ( diversa statura, diverso colore della pelle ).
Un secondo ostacolo, è invece quello che deriva dall’impossibilità di comunicare attraverso la parola: cioè la lingua.
Il “barbaro”, colui che balbetta
Quando i Greci, volevano sottolineare ciò che li teneva uniti rispetto agli stranieri, facevano riferimento alla loro identità linguistica. I Greci, indicarono con il termine “barbaro”, tutto ciò che non rientrava negli schemi prefissati dalla lingua greca, in primo luogo il linguaggio. I primi stranieri, infatti, vennero chiamati col termine barbaroi, letteralmente “balbuzienti”.
Dalla distinzione linguistica a quella culturale
La distinzione tra greci e non greci, costituisce una delle opposizioni più importanti del pensiero antico. I Greci sentivano di appartenere ad una comunità più vasta, a una unità etnico-culturale, che definirono hellenikon.
L’avversione per il dispotismo orientale
In un primo momento, i Geci instaurarono un rapporto di tolleranza con i barbari. Ma in seguito a varie guerre, questo loro atteggiamento assunse sempre più comportamenti avversi. I Persiani e i Greci si sentivano separati non solo per una differente lingua o cultura, ma anche dalla diversa ideologia e politica. I Greci venivano ritenuti uomini liberi, mentre i Persiani prigionieri del dispotismo di un uomo che compiva atti di superbia e tracotanza.
Civiltà e non civiltà
Alcune usanze persiane risultavano quasi un orrore di fronte ai Greci, una tra le quali, la genuflessione. Secondo i Greci, la genuflessione era simbolo di assenza del senso di libertà; ciò era indegno di un uomo. Su questo senso di superiorità i Greci fondarono un ideologia imperialistica, alla quale doveva uniformarsi ogni popolo che si riteneva “civile”.