simbolismo e decadentismo

Messaggioda cape » 3 nov 2012, 17:01

Simbolismo e Decadentismo

Il Simbolismo nasce in Francia, dove si afferma soprattutto in poesia fra 1876 e il 1890; la data di inizio del Simbolismo (’76) è segnata dalla pubblicazione di Mallarmè “Pomeriggio di un fauno”. Il Simbolismo rifiuta le pretese scientifiche, oggettive, razionali del positivismo. Nel quindicennio 1890-1905 il Simbolismo confluisce nel Decadentismo: il primo è un movimento poetico, mentre il secondo è un movimento strettamente letterario alla nascita (oggi è considerato un movimento culturale-artistico). Il Decadentismo ha come manifesto il romanzo di Huysmans “Controcorrente” in Francia, mentre in Italia si diffonde solo a partire da “Il piacere” di d’Annunzio del 1889 e da Myricae di Pascoli (1891). Il termine decadentismo nasce con una concezione negativa, come un’idea di decadenza del Romanticismo e della civiltà positivista. I componenti fondamentali del decadentismo sono l’estetismo (il culto della bellezza e dell’arte) e l’irrazionalismo, infatti ripudiano il positivismo e il Naturalismo.
La figura dell’artista
In questo periodo abbiamo la perdita dell’”aura”, ossia la perdita di sacralità subita dalle opere d’arte, e la perdita dell’aureola, cioè l’analoga perdita di sacralità subita dalla figura dell’artista. Baudelaire descrive questo evento in un apologo allegorico, dove paragona la figura del poeta a quella prostituto: come la prostituta, il poeta vende ciò che non dovrebbe essere venduto (l’arte). L’artista, infatti, per vendersi sul mercato deve “esibirsi” e soddisfare le esigenze del pubblico. L’artista non è più centrale nella società, ma diventa un emarginato, un diverso (appunto come la prostituta) Poeta maledetto
In Italia abbiamo gli Scapigliati, nati a Milano dopo l’Unità; il termine scapigliatura indica una vita irregolare, scapestrata; la figura del poeta viene vista come improduttiva e inutile per la società.
Poeta Vate= il poeta è visto come profeta (interprete della poesia e della vita)
Il dandy e il poeta-vate
In Francia la crisi del ruolo dell’artista soprattutto con Buadelaire;a differenza del poeta-vate francese, Victor Hugo, non ebbe un ruolo pubblico e civile, ma volle essere trasgressivo (uso droghe, amore donna mulatta).Baudelaire è un cultore del bello o dandy o esteta; l’arte viene vissuta come una religione. In Italia il dandismo penetrò con gli Scapigliati, ma a prevalere nello stesso periodo fu Carducci, che interpretò il ruolo di poeta-vate italiano. I poeta-vate come Hugo e Carducci sono poeti, che vogliono guidare la nazione in nome di forti ideali, mentre in d’Annunzio l’unione fra dandismo e poeta-vate sfocia nel divinismo (atteggiamento da divo per vendere le sue opere).
I generi letterali e il pubblico
Nella seconda metà dell’ottocento il romanzo diventa il genere dominante e anche gli altri generi vengono romanzizzati: in Italia Pascoli nella sua poesia simbolista rappresenta gli stessi oggetti e situazioni campagnole del romanzo verista; in Francia Baudelaire pone al centro della sua poesia la vita cittadina.
A differenza del romanzo, sia Pascoli che Baudelaire usano un linguaggio raro, ricercato e non parlato e di uso comune, che cerca la conquista di un pubblico medio, ma si rivolge a un pubblico di intellettuali.

La Poesia

La poesia moderna nasce in Europa dopo il 1848, grazie all’opera di Baudelaire “I fiori del male”. In Italia la situazione è caratterizzata da un notevole ritardo rispetto al resto d’Europa, influenzata dal poeta-vate Carducci. Dopo l’Unità si affermò la Scapigliatura; i temi principali di questo movimento poetico sono quelli ripresi da Baudelaire (macabro,trasgressione). I poeti più importanti della scapigliatura furono Emilio Praga e Arrigo Boito: il primo è sia pittore che poeta, mentre Boito è anche un musicista.
La poesia in Francia – I fiori del male
La raccolta poetica intitolata I fiori del male uscì nel 1857 e comprendeva 100 poesie divise in cinque sezioni. Il libro sucitò subito scalpore e fu censurato; dopo la sentenza, Baudelaire pubblicò una nuova edizione nel 1861. Il titolo rappresenta l’associazione della poesia al male; infatti il fiore, che tradizionalmente è associato alla purezza e alla bellezza, viene considerato il veicolo del male. Il libro è suddiviso in 6 sezioni:
1-Spleen e Ideale: la prima sezione Spleen e Ideale è la più vasta e parla del ruolo del poeta e del suo rapporto con il pubblico. Spleen è una parola inglese intraducibile, che possiamo definire: stato d’animo malinconico e uggioso.
2-Quadri Parigini: la seconda sezione vede come protagonista il poeta in un contesto cittadino come Parigi; a differenza della prima sezione, ad essere in evidenza è l’ambiente che circonda il poeta.
3-le sezioni successive (il vino, i Fiori del male, la rivolta, la morte) affermano l’impossibilità e il fallimento della fuga in paesi esotici, l’ebrezza del vino, l’erotismo, fino ad arrivare alla morte. Con I fiori del male Baudelaire fonda due grandi movimenti poetici: il Simbolismo e la poesia Allegorica, dove si procede per allegorie. Dopo lo scalpore iniziale, l’opera riscosse un discreto successo; fu l’ultimo libro con una diffusione di massa.
Gli eredi di Baudelaire: Verlaine, Rimbaud, Mallarmè
Verlaine è il primo dei cosidetti poeti maledetti. La sua vita, segnata dall’amore per Rimbaud, è sempre dominata dalla malinconia, alternando la saggezza alla sregolatezza (parole chiave poesia). Il tema predominante della poesia di Verlaine è appunto la malinconia; nel 1884 fu Verlaine a riunire Rimbaud, Mallarmè e lui stesso sotto l’etichetta di Poeti maledetti, titolo di una sua antologia. In romanze senza parole Verlaine fa vedere gli elementi della poesia simbolista: la rinuncia alla razionalità, la valorizzazione del valore evocativo e fonosimbolico della parola e la tendenza alla musicalità, teorizzata nella poesia “Arte poetica” del 1874, dove propone di fare “anzitutto musica”.
Rimbaud a 17 anni aveva già scritto molte poesie, tra cui “Lettera del veggente”, dove abbiamo il ritratto della sua poetica: le sue liriche sono incomprensibili; egli concepisce la poesia non come una rappresentazione della realtà, ma come capacità di creare, attraverso la forma evocativa della parola, una realtà superiore. Lo sregolamento di tutti i sensi permette al poeta di arrivare nella parte oscura e ignota dell’uomo, che coincide con l’inconscio. Solo approfondendo questa parte segreta sarà possibile “scendere al fondo dell’ignoto” e trovare la realtà superiore.
Mallarmè, invece, considera la poesia come l’assoluto, comparandola quasi a una religione. Lui fa uso del verso libero e scalare, dei bianchi tipografici e dell’interlinea, rivoluzionando visivamente la poesia. L’opera più importante è Il pomeriggio di un fauno.
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Poesie di questi autori
Charles Baudelaire – L’albatro – I fiori del male
In questa poesia il poeta è comparato (c’è nell’ultima strofa una similitudine) a un’albatro, un uccello marino, che in volo è ammirato da tutti per la sua maestosità, mentre a terra è deriso dai marinai (rappresentano i lettori) per la sua camminata goffa, che rappresenta la perdita dell’aureola del poeta.
Charles Baudelaire – A una passante
È un componimento della sezione Quadri Parigini, dove il poeta racconta in prima persona l’incontro fulminio con una donna sconosciuta a Parigi. Baudelaire riflette nel sonetto sull’incontro con la donna, che sensualmente lo aveva attratto: molto probabilmente non la rivedrà più. Quindi questo sonetto mette in evidenza un discorso allegorico: la vita moderna, con la sua freneticità, porta alla perdita di numerose occasioni (non ci sono simboli, ma una sola allegoria).
Charles Baudelaire – Corrispondenze – I fiori del male
Potremmo defini questo sonetto il manifesto poetico del Simbolismo. Nella prima quartina il poeta vede la natura come un tempio, un luogo scaro e pieno di misteri (“foreste di simboli”), che hanno un significato nascosto. Nella seconda quartina viene trattato il significato del titolo: tutto ciò che esiste in natura( profumi, colori e suoni) è legato da corrispondenze. Nelle terzine successive viene impiegata frequentemente la sinestesia, ossia l’accostamento di parole con campi sensoriali diversi. (esempio: “Profumi Freschi”)
Charles Baudelaire – Spleen
Nella poesia il poeta cerca di descrivere lo Spleen. Nella prima parte viene descritta la fase del pianto; la seconda parte, segnata da una pausa grafica, rappresenta la fase di depressione, cioè la fase dove anche l’ultima speranza è andata perduta.
Paul Verlaine – Arte poetica
Rappresenta il manifesto poetico decadente. Nella prima quartina mette la musica prima di tutto; quello che non è musica è letteratura. Il verso deve essere libero; il lessico non deve essere preciso, ma sfumato. Nella terzsa strofa ci sono degli esempi, mentre nella quinta critica i poeti che utilizzano l’arguzia e quelli che vogliono far ridere o piangere. Non bisogna fare la rima, poichè ne risente la musicalità ed è un limite per il verso. La poesia finisce con “E’ tutto il resto è letteratura”, dando così un giudizio negativo alla poesia precedente e a coloro che non rispetteranno le regole di questo manifesto poetico.
Arthur Rimbaud – Le vocali
In questo sonetto Rimbaud immagina un colore per ogni vocale, alla quale corrisponde un senso superiore.
A = nera = come una mosca e le conche ombrose;E = bianca = lance splendenti; baldacchini mossi dal vento; I = rossa = sangue e violenza; U = verde = movimenti lenti del mare; pascoli;
O = blu = la tromba che verrà suonata nell’Apocalisse; l’Omega (ultima lettera alfabeto greco);la morte.

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Messaggioda giada » 3 nov 2012, 17:28

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