Apparenti stranezze di Diogene il cinico
Ἤθελέ τις παρὰ Διογένει φιλοσοφεῖν· ὁ δὲ Διογένης αὐτῷ σαπέρδην δοὺς ἐκέλευσεν ἀκολουθεῖν. Ὁ δ᾽ ὑπ᾽ αἰδοῦς σαπέρδην ἔρριψε καὶ ἀπῆλθε· μετὰ δὲ χρόνον Διογένης ὑπαντήσας αὐτῷ καὶ γελάσας λέγει· «Τὴν σὴν καὶ ἐμὴν φιλίαν σαπέρδης διαλέλυκε»... (da Diogene Laerzio)
Un tale voleva praticare la filosofia presso Diogene; ma Diogene, avendogli dato (δούς, part aor δίδωμι) una saperda (un pesce salato), gli ordinò di seguirlo ( ἀκολουθέω).
Ma l'altro, per vergogna (αἰδώς, gen sg), gettò via la saperda e se ne andò; dopo del tempo, Diogene, avendolo incontrato (ὑπαντήσας, ὑπαντάω, part aor) e ridendo (γελά̱σᾱς, γελά part pres), disse (lett presente "dice"): "Una saperda ha sciolto ( διαλέλυκε, perfetto διαλύω)
la tua e la mia amicizia". Una volta avendo Diogene visto un bambino che beveva (πῖνον part pres acc sg diπίνω) con le mani, gettò via la coppa dalla bisaccia e disse: "Un bambino mi ha vinto in frugalità". Gettò via anche il piatto, avendo visto allo stesso modo un bambino, e ricevette (ὑποδέχομαι) le lenticchie (lett sg) nell'interno della pagnotta.
Avendo unto i piedi con il profumo, disse che dal capo il profumo se ne va nell'aria, dai piedi va all'olfatto". Verso i topi che si arrampicavano sulla tavola, disse (lett pres): "Anche Diogene nutre parassiti.
(By Vogue)
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