Mathesis 1 pagina 333 numero 15
Εν τη θυελλη οι ναυται τω κυβερνητη πειθει· ο δε βοων την των ανεμων βιαν νικα και τα πρεποντα κελευει...
1. Durante la tempesta i marinai obbediscono (lett.obbedisce non si capisce perché è al singolare forse errore nel testo) al timoniere.Ma quello gridando vince la forza dei venti e ordina le cose che sono opportune.
2. Alessandro vede dalla collina i Persiani sulla pianura ma quelli si accampavano non accorgendosi che i nemici sono vicini.
3. Insegnando il filosofo la virtù da una parte i malvagi li deridono, dall'altra i saggi li ascoltano; per le parole del filosofo ci potrebbe essere la salvezza dai mali presenti.
4. Socrate dice sempre queste cose riguardo le stesse cose: con la sua sapienza ritiene che le anime degli uomini si curino (ἰάομαι inf.)/ guariscano.
5. Il legislatore Licurgo non (εἴα impf. ind.3. sg. di ἐάω) permetteva che i cittadini fossero indipendenti ma voleva che loro obbedissero alle leggi stabilite (partic. dativo di κεῖμαι).
(By Vogue)
1. Nella tempesta i marinai obbediscono al timoniere: egli gridando (βοάω) combatte la violenza dei venti e sollecita le cose opportune.
2. Dalla collina Alessandro vedeva i Persiani nella pianura: essi si accampavano non accorgendosi che il nemico era nelle vicinanze.
3. I buoni a nulla deridono la virtù del filosofo, i saggi la seguono: per mezzo dei discorsi del filosofo si potrebbe trovare una via di salvezza dalle incombenti calamità.
4. Socrate dice sempre queste cose sugli altri: considera le ingiurie alla sua saggezza come anime degli uomini.
5. Il giurista Licurgo non permetteva (εαω) cittadini indipendenti ma li voleva sottoposti alla legge stabilita.
(By Geppetto)
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