Caesar ad oppidum Avaricum, quod erat maximum munitissimumque in finibus Biturigum

1. Cesare partì per la città di Avarico, che era la più importante e la più fortificata nel territorio dei Biturigi.


2. C. Verre invitò a cena il re. Decora grandiosamente e sfarzosamente la stanza da pranzo; esibisce moltissimi e bellissimi vasi d'argento.
3. Contro le malattie del corpo si ricerca il medico più insigne e più abile.
4. Cesare inviò le coorti tra gli Eburoni, grandissima parte dei quali abita fra la Mosa e il Reno.
5. Rievocherò il saccheggio della sola città più bella e più elegante tra tutte, Siracusa.
6. C. e L. Fabrizio furono due fratelli gemelli del municipio di Alatri, uomini fra loro somiglianti d'aspetto e di costumi, diversissimi, però, dai loro compaesani.
7. I Britanni impiegano o il bronzo oppure la moneta d'oro o barrette di ferro, valutate come moneta in base ad un determinato peso. C'è una folla infinita di uomini, e numerosissime case, all'incirca simili a quelle galliche; (sott. : "c'è") un gran numero di mandrie.


8. La società è estremamente affine, in tutto e per tutto gemella all'eredità; come nella società il socio detiene una parte, così nell'eredità l'erede detiene una parte.
9. Fra M. Porcio Catone e Scipione Nasica, il primo dei quali era considerato l'uomo più avveduto in città, il secondo era stato giudicato anche dal senato un uomo valentissimo, si discusse con differenti opinioni.
10. Risollevò i Lusitani Viriato, uomo di furbizia prontissimache, messo a ferro e fuoco ogni cosa al di qua e al di là dell'Ebro e del Tago, assalì l'accampamento e i corpi di guardia dei pretori.
11. La cavalleria di Cesare attacca le coorti; e i nemici non reggono l'assalto della cavalleria neppure per un brevissimo lasso di tempoe tutti, accerchiati, sono uccisi.


12. Il popolo romano sottomise la maggior parte dell'Italia, genti potentissime, città opulentissime e fertilissime regioni.
13. Annibale, comandante estremamente fiero, impiegava contro i Romani anche milizie armate italiche.
14. Ti. Gracco, figlio di Ti. Gracco, uomo celeberrimo ed estremamente insigne, nipote di P. Africano da parte di figlia, nominato tribuno della plebe, uomo del resto integerrimo nel modo di vivere, di ricchissimo ingegno, di onestissimi principi, ornato, insomma, di così grandi virtù, promise la cittadinanza all'Italia intera.

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