Cur non mitto meos tibi
1. Perché, oh Pontilina, non ti invio i miei libri? Confesso: affinché tu, oh Pontilina, non mi spedisca i tuoi!
2. Che cosa c'è in Antonio oltre alla depravazione, la crudeltà, la sfacciataggine, la sfrontatezza?
3. Vengo a Roma, rimango qui o scappo ad Arpino?
4. Oh Verre, c'è forse qualche pudore, c'è forse qualche devozione, c'è forse qualche timore?
5. Quale popolazione fu più sfortunata di quella degli Ateniesi, quando fu dilaniata da trenta tiranni?
6. Cosa c'è di più duro di un sasso, cosa di più delicato di un'onda?
7. Chi si dimentica che l'eloquenza e le altre arti si sono dipartite dall'antica gloria non per l'impossibilità degli uomini, ma per la pigrizia della gioventù e la trascuratezza dei genitori?
8. Spingeva i nobili congiurati di Catilina più l'ambizione di potere, l'indigenza o un'altra necessità?
9. La città di Lampsacena cercava di fare guerra al popolo Romano?
10. L. Domizio non si guadagnò forse la salvezza con la fuga?
11. Priamo, re dell'Asia non aveva forse tanto il figlio Eleno che la figlia Cassandra che prevedevano il futuro?
12. Di chi fu quella colpa? Dei soldati o dei comandanti?
13. Mica possiamo raggiungere o superare Platone quanto ad eloquenza?
14. Forse stimi di più i soldi di Pirro o la temperanza di Fabrizio?
15. Perché non tenesti quelle orazioni? Forse perché il tribuno della plebe annunciava un fulmine sinistro?
Le versioni del tuo libro senza doverle cercare?