Latino a colori volume 1 pagina 413 numero 36 - frasi latino tradotte

1. Pompeius noctu magnis additis munitionibus reliquis diebus turres extruxit et in altitudinem pedum XV effectis operibus vineis eam partem castrorum obtexit, et quinque intermissis diebus, obstructis omnibus castrorum portis, tertia vigilia silentio exercitum eduxit et se in antiquas munitiones recepit (Cesare) ...

1. Pompeo, aggiunte di notte grandi fortificazioni, nei giorni seguenti costruì delle torri e, fatti edificare i baluardi alti quindici piedi, coprì con vinee quella parte dell'accampamento, e, trascorsi cinque giorni, chiuse tutte le porte dell'accampamento, alla terza vigilia condusse fuori in silenzio l'esercito e si rifugiò nelle precedenti fortificazioni. 2. Ortensio parlò per la prima volta nel foro sotto il consolato di L. Crasso e Q. Scevola e ne uscì apprezzato. In quel periodo aveva diciannove anni ed è morto sotto il consolato di L. Paullo e G. Marcello: da ciò vediamo che egli fu per quarantaquattro anni nel novero degli avvocati. 3. Cesare, sbarcato l'esercito e scelto un luogo adatto per l'accampameto, lasciate presso il mare dieci coorti e trecento cavalieri, affinché fossero di guardia alle navi, alla terza vigilia si diresse contro i nemici. 4. Mio padre Amilcare, quando ero un bambino di non più di nove anni, mentre immolava vittime a Giove Ottimo Massimo, mi condusse all'altare, e allontanati tutti, tenendo la mano sopra (di esso) l'altare, mi ordinò di giurare che mai sarei stato in rapporti di amicizia con i Romani.

5. Demarato di Corinto, essendosi stabilito per caso a Tarquinia, fuggiasco dalla patria a causa di disordini, dopo aver preso moglie lì, mise al mondo due figli. A costoro furono i nomi di Lucumone e Arrunte. Durante il regno di Anco, Lucumone, uomo solerte e potente per la ricchezza, si trasferì a Roma soprattutto per la brama e la speranza di un grande onore 6. 1 soldati della settima legione, realizzata una testuggine e costruito un terrapieno vicino alle fortificazioni, occuparono il luogo e cacciarono i nemici dai boschi, dopo aver ricevuto poche ferite 7. Cesare proibì di inseguire troppo i nemici che fuggivano, sia perché ignorava la natura del luogo, sia perché, trascorsa gran parte del giorno, voleva che si lasciasse tempo per la fortificazione dell'accampamento 8. L'anno volgeva ormai alla fine, e nei comizi consolari si era acceso un broglio più grave di quanto s'era mai visto in altri anni. In molti sia i patrizi potrenti che i plebei aspiravano alla carica:

P. Cornelio Scipione, figlio di Gneo, che era tornato da poco tempo dalla Spagna, dove aveva compiuto grandi imprese, e L. Quinzio Flaminio, che era stato capitano della flotta nella Grecia, e Gn. Manlio Vulsone; questi erano i patrizi, i plebei invece erano C. Lelio, Cn. Domizio, C. Livio Salinatore e M. Acilio. 9. Neppure Vezio Bolano, mentre ancora persistevano le guerre civili, tormentò la Britannia per la disciplina: stessa inerzia nei confronti dei nemici, simile sfrontatezza dell'accampamento, se non che Bolano, irreprensibile e non malvisto per nessun delitto, si era conquistato la (loro) simpatia al posto dell'autorità.

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