Eri dritta e felice di Leonardo Sinisgalli

Questa poesia di Sinisgalli è soprattutto un'ode dedicata ad tenero e intimo ritratto della propria madre, una figura che incarna la bellezza, la serenità e la gioia della vita rurale. Attraverso un linguaggio poetico e immagini evocative, l'autore esprime amore e gratitudine nei confronti di sua madre, celebrando la sua presenza e la sua connessione con la natura.

Egli infatti trasformando i ricordi in una testimonianza eterna di amore e gratitudine crea una poesia che invita i lettori a riflettere sulla bellezza della vita quotidiana, sull'amore materno e sulla connessione intima con la natura, creando un ritratto intenso ed affettuoso della figura materna  e attraverso un linguaggio ricco di immagini e dettagli, l'autore dipinge un quadro suggestivo che evoca sensazioni di gioia e armonia con la natura.

Il titolo, "Eri dritta e felice", immediatamente richiama l'attenzione sulla protagonista della poesia, creando un senso di immediatezza e curiosità nei confronti del personaggio descritto. L'uso dei verbi "eri" e "stavi" suggerisce un momento preciso, un istante in cui la protagonista occupa uno spazio e uno stato specifici.

"Sulla porta che il vento / apriva alla campagna." L'inizio della poesia introduce il contesto rurale, con la protagonista ovvero la propria mamma, posizionata sulla porta aperta alla campagna.

La metafora della porta aperta suggerisce un invito a entrare in un mondo aperto e libero, mentre il vento che la apre aggiunge un tocco di dinamismo e movimento. La scena descritta richiama l'immagine di una felicità semplice e accessibile.

"Intrisa di luce / stavi ferma nel giorno." Questi versi dipingono la protagonista come immersa nella luce, creando un'atmosfera di radiante bellezza.

La luce può essere interpretata come simbolo di chiarezza, serenità e conoscenza.

La frase "Stavi ferma nel giorno" suggerisce un momento di stasi temporale, come se il tempo si fermasse per catturare un istante di perfezione.

"Il tempo delle vespe d'oro/ quando al sambuco / si fanno dolci le midolla." Questi versi aggiungono una dimensione temporale specifica alla scena. Il "tempo delle vespe d'oro" evoca un periodo dell'anno, possibilmente l'estate, mentre il riferimento al sambuco suggerisce un'armonia con il ciclo naturale della vita, rappresentato dalla dolcezza delle midolla.

"Allora s'andava scalzi / Per i fossi, si misurava l'ardore / Del sole dalle impronte / Lasciate sui sassi." Questi versi introducono un ritratto dell'infanzia e della sua semplicità. L'immagine di andare scalzi attraverso i fossi, misurando l'ardore del sole attraverso le impronte sui sassi, richiama l'innocenza e la connessione diretta con la natura.

simbolismo e atmosfera - La porta aperta, la luce intrisa, il tempo delle vespe d'oro e l'andare scalzi simboleggiano l'apertura verso l'esperienza, la chiarezza interiore, la bellezza della natura e la connessione con la semplicità della vita.

In "Eri dritta e felice", Leonardo Sinisgalli offre una visione della bellezza intrinseca nella vita quotidiana e nella connessione con la natura.

La protagonista rappresenta un momento di pace e gioia, un istante congelato nel tempo che cattura la serenità e la perfezione della vita rurale. La poesia invita il lettore a riflettere sulla bellezza delle cose semplici e a cogliere i momenti di felicità che la vita offre quando si è aperti alla bellezza e alla natura circostante.
(by Starinthesky)

Eri dritta e felice

Eri dritta e felice
Sulla porta che il vento
Apriva alla campagna.
Intrisa di luce
Stavi ferma nel giorno,
Al tempo delle vespe d'oro
Quando al sambuco
Si fanno dolci le midolla.
Allora s'andava scalzi
Per i fossi, si misurava l'ardore
Del sole dalle impronte
Lasciate sui sassi.
(Leonardo Sinisgalli)

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