Il cavallo e il cinghiale (Semper)
Equus cotidie per silvas superbus currebat; deinde ad rivum veniebat et limpidam aquam bibebat. Olim, ubi laetus in fecundis agris herbam edit, procul ignotam feram apud rivi ripas videt....
Un cavallo ogni giorno correva superbo per le selve; poi giungeva al ruscello e beveva la limpida acqua.
Una volta, non appena mangiò lieto l'erba nei campi fecondi, vide da lontano una fiera ignota presso le rive del ruscello. Si avvicinò dunque alla riva: un nero cinghiale si rotolava nel ruscello e sporcava l'acqua con le sue unghie. Il cavallo arse dall'ira per il danno e disse: "stolto cinghiale, allontanati dal ruscello; riposati e bevi con gran cura! Ora per la tua eccessiva impetuosità la mia acqua è torbida" Ma il cinghiale trascurava le parole del cavallo.
Allora il cavallo chiese aiuto all'uomo contro il cinghiale, il quale (rif. all'uomo) lasciò subito le sue faccende, salì sul dorso del cavallo e uccise il cinghiale con le frecce. Così poi disse lieto al cavallo: "cavallo mio, ora possiedo una grande preda e un nuovo servo". Così pose il freno (le briglie) al cavallo.
Allora mesto il cavallo pensava tra sé e sé: "prima della battaglia cercavo un valido compagno, ora dopo la battaglia sono un servo". Così gli uomini devono evitare l'ira. (By Maria D.)
Versione tratta da Fedro