Empietà di Dionisio - A SCUOLA DI LATINO
Dionysius, postquam Proserpinae fanum Locris expoliaverat, navigabat Syracusas; is quia valde secundo vento cursum tenebat, ridebat et suis dicebat: "A deis, amici bona sacrilegis dantur!". ... Deis ergo reddite ea!"
Dionisio (o Dionigi), dopo che aveva saccheggiato il tempio di Proserpina a Locri, faceva vela alla volta di Siracusa; egli, poiché manteneva la rotta con un vento fortemente favorevole, rideva e diceva ai suoi: "Amici, dagli dei vengono offerti beni agli empi!". Commetteva un sacrilegio anche in un tempio di Epidauro.
Infatti quando vedeva Esculapio, dio della medicina, con la barba, esclamava: "Esculapio non ha la barba (dativo di possesso) perché nei templi suo padre non ha la barba!". E così i servi per i suoi (= di Dionisio) ordini (iussum, i è plurale) radevano la barba d'oro di Esculapio.
Era malvagio non solo nei confronti degli dei, ma anche nei confronti degli uomini.
Infatti vendeva nel foro i doni degli dei portati via nei templi ma, dopo che aveva riscosso il denaro, costringeva gli acquirenti a restituire ai templi i doni comprati e diceva: "Non sono vostri, ma degli dei. Dunque restituiteli agli dei!".