Orfeo ed Euridice
Orpheus poeta lyrae sono clarus et dis deabusque gratus erat.... Orpheus fatum suum frustra flet.
Orfeo, poeta celebre per il suono della lira era gradito agli dei e alle dee. infatti suonava la lira con grande maestria e con il suono della lira muoveva gli animi non solo degli uomini ma placava anche le belve e anche muoveva i sassi.
La ninfa Euridice era amata da Orfeo. Orfeo ed Euridice vivevano nel boschi della tracia con le belve: la natura offriva il cibo e il fiume acqua limpida. Su alti faggi cantavano le allodola e l'ombra dei rami (li) riparava. Ma una volta Euridice veniva morsa da una vipera e per il veleno della vipera (ebullio) esalò l'anima.
La povera ninfa giunse negli Inferi. Allora Orfeo quando vide la ninfa morta, pianse ma non depresse (il suo) animo e, poiché desiderò riportare Euridice alla vita con il (suo) talento, giunse nei luoghi infernali da Proserpina, Regina degli Inferi e chiese indietro dalla dea la (sua) sposa: "Restituiscimi la sposa. Infatti Euridice è la mia vita". Poichè Proserpina non parlava (taceva), il poeta iniziava a suonare e con la malinconica lira vince la dea degli inferi. Prosperpina disse (lett. presente dice): "Ti restituirò la tua sposa e Euridice sarà per sempre tua se non ti volterai indietro a guardarla durante la strada dagli inferi alla terra.
Ormai Euridice giungeva sulla terra ma una subentrata follia vince Orfeo: il poeta si ferma e si volge a guardare indietro la sposa. Subito Euridice sparisce in un'ombra priva di sostanza. Orfeo piange inutilmente il suo destino.
(by Vogue)
Versione tratta da Ovidio