Perché Cicerone fa tenere il discorso sull’amicizia a Lelio

Ad exemplum pagina 45 numero 4

Inzio: Cum enim saepe mecum ageres ut de amicitia scriberem aliquid, ... Fine: Sed ut tum ad senem senex de senectute, sic hoc libro ad amicum amicissimus scripsi de amicitia. (Cicerone)

Testo latino completo

Poiché, infatti, spesso discutevi con me affinché scrivessi qualcosa sull’amicizia, questo argomento mi è sembrato degno non solo di essere conosciuto da tutti, ma anche dei nostri rapporti amichevoli.

Così, scrissi quest’opera volentieri, perché, grazie alla tua richiesta, potessi giovare a molti. Ma, come nel “Cato Maior”, che è stato scritto in tuo onore sulla vecchiaia, ho rappresentato Catone da vecchio che discuteva, poiché nessun personaggio mi sembrava più adatto per parlare di quell’età di lui che ebbe una lunghissima vecchiaia e proprio durante la vecchiaia ebbe una stagione felice molto più degli altri, così, dato che abbiamo saputo dagli antenati che l’amicizia di Gaio Lelio e Publio Scipione è stata veramente memorabile, mi è sembrato idoneo il personaggio di Lelio per esporre sull’amicizia quegli stessi concetti che Scevola si ricordava essere stati da lui trattati. Questo tipo di discorsi, poi, basato sull’autorevolezza degli antichi, e per di più famosi, sembra possedere, non so come, maggiore autorevolezza;

così io stesso, leggendo la mia opera, sono così preso, talvolta, che penso che stia parlando Catone, non io. Ma, come allora ho scritto, io vecchio, ad un vecchio sulla vecchiaia, così in questo libro, io amicissimo, ad un amico sull’amicizia.

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