Gaio Fabrizio e l'elefante di Pirro
Caius Fabricius unus fuit ex legatis qui ad Pyrrhum, Epirotarum regem, de captivis redimendis venerant..."Non me hodie magis tua commovet belua, quam heri tuum aurum pellexit."
Caio Fabrizio fu uno fra i legati che erano andati da Pirro, il re degli Epiroti, per la liberazione dei prigionieri.
Pirro, dopo aver saputo che il nome di costui era insigne tra i Romani, come d’un uomo giusto e abile in guerra, ma estremamente povero, lo trattò più affettuosamente di tutti gli altri, e a lui offrì regali ed oro. Fabrizio rifiutò tutto.
Il giorno seguente, dal momento che Pirro voleva spaventarlo con la visione improvvisa di un elefante, diede ai suoi il segnale di portare l’animale dietro una tenda, mentre Fabrizio parlava con lui. Quando ciò fu stato eseguito, dato il segnale, e scansata la tenda al'improvviso, l’animale emise un verso spaventoso, e sollevò la proboscide sopra la testa di Fabrizio.
Ma quello, calmo, sorrise e disse a Pirro: "Il tuo animale, oggi, non mi sconvolge più di quanto mi abbia sedotto ieri il tuo oro."