La nascita degli Argonauti

Cum Phrixus incolumis in Colchidem advenisset, arietem vellere ex auro …

Dopo che Frisso fu arrivato illeso nella Colchide, stabilì di sacrificare l'ariete ricoperto dal vello d'oro.

Dopo che ebbe appeso il vello d'oro ad una quercia, in un bosco sacro di Marte, pose ad esso come guardiani dei tori che emettevano fuoco dalle narici, ed un enorme serpente, affinché lo sorvegliasse nel corso dei giorni e nel corso delle notti. Tramandano che a quell'epoca in Tessaglia regnava Pelia.

Il fratello di Pelia, Esone, aveva per figlio Giasone, un giovane magnifico quanto a forze del corpo e quanto a grandezza d'animo. A costui, lo zio paterno ordinò di recarsi presso i gli abitanti della Colchide, e rubare il vello d'oro. Questa cosa era ardua e difficile, tuttavia Giasone desiderò portare a compimento l'impresa; e così scelse dei compagni valorosi.

Tra questi furono ammessi Ercole, Castore e Polluce, ed Orfeo. Argo, il figlio di Frisso, su consiglio di Minerva, costruì una nave; per questa ragione la nave venne chiamata "Argo", e gli eroi vennero chiamati "gli Argonauti".

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