Una lettera da Brindisi

O me perditum, o afflictum! Quid nunc rogem te ut venias, mulierem aegram et corpore …

O me rovinato, o me infelice! Come potrei ora chiederti di venire, donna sofferente sia nel corpo che nell'animo?

Dunque dovrei stare senza di te? Farò così: se c'è speranza di un nostro ritorno, rafforzala e favorisci la cosa. Se poi, come io temo, non è possibile, fa' in modo di venire da me, in qualunque modo tu possa.

Cosa farà la mia piccola Tullia? Cosa? Cosa farà il mio Cicerone? Costui vorrei proprio che fosse sempre nel mio grembo, e nel mio abbraccio. Ormai non posso scrivere ulteriori cose: il dolore me lo impedisce. Non so che cosa tu abbia fatto: se tu mantenga qualcosa o se, come temo, tu sia stata del tutto spogliata.

Ora, me sventurato, quando riceverò una tua lettera? Chi me la porterà? State bene, o mia Terenzia, moglie fedele e buona, e mia cara figliola, e tu, Cicerone, nostra residua speranza.

Copyright © 2007-2024 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2024 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-03-12 20:02:59 - flow version _RPTC_G1.3