L'ira funesta di Alessandro Magno

Alexander, Macedonum rex, postquam innumerabiles gentes vicerat et potentiores Asiae urbes subegerat, ...In tabernaculo suo multos dies gemitus clamoresque edidit et Cliti mortem sine intermissione, sed frustra, flevit.

TESTO LATINO COMPLETO

Alessandro, re dei Macedoni, dopo che aveva domato innumerevoli popolazioni ed aveva assoggettato le città più potenti dell'Asia, occupò il vasto regno di Dario.

Fu tanto saggio quanto valoroso, ma non riusciva a dominare la crudeltà e gli slanci dell'ira. Una volta durante un banchetto magnificava le proprie gesta e biasimava con sciocche parole la memoria e la gloria del padre Filippo. Diceva in modo molto arrogante "ho di sicuro superato mio padre; ho compiuto infatti gesta più difficili e più ammirevoli ed ora sono più famoso di Filippo". Fra i convitati del re c'era anche Clito, fedele e buon amico di Alessandro fin dalla fanciullezza: dopo che udì le parole di arroganza del re, lo rimproverò senza timore.

La stanza risuonò subito delle parole iraconde di Alessandro e nello stesso momento il re dei Macedoni con il volto truce estrasse la spada e la gettò contro l'amico: lo massacrò con continui colpi di spada ed alla fine esclamò a gran voce: "ora annuncerai sicuramente le mie gesta a mio padre negli inferi" Ma comprese subito la barbaria dello scempio e desiderava punire con la morte la propria crudeltà.

Per molti giorni emanò nella sua tenda gemiti e grida e pianse senza interruzione, ma inutilmente, la morte di Clito.
(By Maria D. )

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