Tarquinio il Superbo chiede aiuto agli Etruschi

Tarquinius bellum aperte moliendum esse ratus circumiit supplex Etruriae urbes; oravit maxime Veientes Tarquiniensesque,....

Tarquinio ritenendo che bisognava intraprendere apertamente la guerra,  supplichevole girò le città dell'Etruria; pregò soprattutto i Veientani e i Tarquiniesi di non tollerare che egli, nato tra gli Etruschi, del loro stesso sangue, esule [dalla patria], con i giovani figli morisse dinanzi ai loro occhi: altri erano stati fatti arrivare da fuori a Roma per il trono: lui, il re, che aveva rafforzato il dominio Romano con la guerra, era stato esiliato dai parenti con un'infame congiura.

questi avevano ripartito tra loro parti del regno e avevano dato al popolo i suoi averi da depretare. Voleva riottenere la sua patria e il suo regno e punire i [suoi] concittadini ingrati. Gli portassero assistenza, lo aiutassero; andassero a vendicare anche le loro vecchie offese, tante volte le loro legioni erano state distrutte, tante volte il loro territorio era stato tolto.

Questi argomenti scossero i Veientani, ed ognuno diceva che l'onta doveva essere tolta e i possedimenti perduti dovevano essere riottenuti con una guerra, il nome e la consanguineità spinsero i Tarquiniesi: era ben visto che i loro regnassero a Roma.

Versione tratta da Livio

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