Una lettera di Cicerone alla moglie e ai figli
Accepi ab Aristocrito tres epistulas quas lacrimis prope delevi ...
Da Aristocrito ho ricevuto tre lettere, che ho quasi cancellato con le lacrime. O mia Terenzia, sono sfinito dall’afflizione, e sono più infelice che abbattuto d’animo, poiché la sventura è per noi comune, ma la colpa è solo mia.
Nel corso dei giorni e delle notti ho davanti agli occhi la vostra desolazione, la vostra tristezza, la fiacchezza della tua salute;
e tuttavia la speranza della mia salvezza è piuttosto debole. Gli avversari sono molti, quasi tutti livorosi.
Mandarmi in esilio è stato difficile, tenermi lontano è facile. Eppure, tuttavia, fino a quando sarete nella speranza, non mi perderò d’animo.