La fortuna

Fortuna apud antiquos dea erat, magna et valida. ... atque animi constantia crebros fortunae ludos superabimus et vitam beatam habebimus.

Testo latino completo

La fortuna presso gli antichi era una dea grande e prestante. Con grandissima volubilità ripartiva ricchezza e povertà, gloria e disonore, cose buone e cose cattive: infatti la dea era cieca.

Per la qual cosa gli antichi rappresentavano la dea con una cornucopia, ma anche con una benda davanti agli occhi. (Gli antichi) veneravano e temevano dunque molto la Fortuna, e le dedicavano molti templi e li  riempivano di doni preziosi.

Ma l'uomo dotato di saggezza né invocherà né temerà la Fortuna: infatti i successi e gli insuccessi non sono negli arcani voleri della Fortuna, ma nel nostro animo: i nostri animi distinguono le cose buone e i mali ecompiranno  il bene, rifiuteranno il male. La Fortuna ama ingannare: ora sarà mia, ora tua, ora di un altro: invece l'animo e le decisioni dell'animo saranno sempre nostri.

La Fortuna ora accrescerà le cose più basse, ora soffocherà le cose più alte: l'animo invece sarà sempre equo e con fermezza d'animo supereremo i frequenti scherzi della Fortuna e avremo una vita beata.

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