Il ratto delle sabine (Versione latino Livio)

IL RATTO DELLE SABINE VERSIONE LATINO LIVIO TRADUZIONE
DA VARI LIBRI

Cum urbem constituisset, quam e suo nomine romam iussit nominari, Romulus ad firmandam civitatem et ad muniendas opes regni sui novum quoddam consilium secutus est....

versione 34 pagina 117 del libro: Corso di lingua latina per il biennio unità 1-13

Cum Romulus germanum Remum occidit et Romae unus dominus manet, magna molestia agiatur: paucae feminae enim Romae habitant et incolae familias filiosque non habent....

Libro Moduli lingua latina pag148 n5

Romulus postquam Romam condidit haec fere egit. Multitudinem finitimorum in civitatem recepit, centum senes legit quos senatores nominavit propter senectutem....

Libro Nuovo tradurre dal latino arco Moscio versioni per il biennio n. 124 pag. 98
Prima frase: ''Iam res publica romana tam valida erat...'' Seconda frase: ''...sed romani brevi tempore sabinos eorumque socios devicerunt. '
Traduzione dal libro MUNERA

Tum ex consilio patrum Romulus legatos circa vicinas gentes misit qui societatem conubiumque novo populo peterent: urbes quoque, ut cetera,...

Ancora altra versione con testo latino diverso ma stesso titolo

Romulus, Rheae Silviae et Martis filius, in Palatino colle Romam condit. Sed in novo oppido incolarum inopia est: itaque Romulus advenis promittit asylum et perfugarum turba a vicis Latii in oppidum accurrit....

Il ratto delle sabine versione di Cicerone

Romolo decise, dopo aver fondato la città, che si chiamasse Roma dal suo nome, (ne) seguì per rafforzare la città e per proteggere le ricchezze del suo regno una specie di nuova assemblea.

Dopo aver deciso di organizzare i giochi annuali in onore del dio Corso ordinò quindi di far rapire da alcuni giovani romani le vergini Sabine nate da famiglie nobili, che erano venute a Roma per i giochi e di darle in matrimonio a famiglie grandissime.

Per questo motivo dopo che i Sabini ebbero cominciato la guerra contro i Romani e poiché le battaglie erano una lotta mutevole e ambigua, Romolo con Tito Tazio, concluse un alleanza, pregando le stesse matrone, che erano state rapite;

con le quali accettò di allearsi dopo aver ammesso i Sabini a partecipare ai culti religiosi e dopo aver associato il suo regno con il loro re.

Altra traduzione:

Dopo aver fondato la città, che ordinò fosse chiamata Roma dal suo stesso nome, Romolo, al fine di fortificare la città e proteggere le opere del suo regno si attenne a un certo piano.

Avendo infatti decretato che le feste in onore del dio agricolo Conso si facessero nel circo, ordinò che le vergini Sabine, giunte da un luogo dignitoso, e venute a Roma a motivo delle feste, fossero rapite da parecchi giovani romani e che fossero unite in matrimoni con famiglie nobilissime.

Avendo per questo motivo i sabini dichiarato guerra ai romani ed essendo vario e incerto l’esito della battaglia, Romolo stipulò un patto con Tito Tazio, re dei Sabini, in seguito alle suppliche delle stesse donne sposate che erano state rapite.

In base a questo trattato, Romolo ammise anche i Sabini nella città ai riti sacri condivisi e spartì il suo regno con il re di quelli.

versione 34 pagina 117 del libro: Corso di lingua latina per il biennio unità 1-13

Quando Romolo uccide il fratello Remo e a Roma rimane un solo capo, è agitato grande disagio: infatti a Roma abitano poche donne e gli abitanti non hanno famiglie e figli.

E così Romolo prepara un astuto inganno, allestisce un grande spettacolo di giochi e tramite messaggeri fa venire ai giochi il vicino popolo dei sabini.

Con grande gioia gli uomini sabini con le donne accorrono a roma e si siedono in un rustico teatro. Mentre i sabini sono rallegrati dallo spettacolo, gli occhi degli uomini romani notano le belle fanciulle sabine. Quindi Romolo da' un segno e subito i Romani rapiscono le donne sabine.

Romani e Sabini combattono con animo valoroso e per molti anni l'odio divide i popoli, ma infine le donne sabine rimangono a roma e i Romani le sposano

Libro Moduli lingua latina pag148 n5

Romolo dopo che fondò Roma, fece queste cose crudeli. Accolse nella città una moltitudine di confinanti, elesse cento anziani i quali nominò senatori a causa della vecchiaia.

Ma egli stesso e il suo popolo non avevano mogli, pertanto invitò ad uno spettacolo di giochi le popolazioni vicine alla città di Roma e rapì le fanciulle di esse.

Dopo che le popolazioni scatenarono una guerra a causa delle offese delle rapite, vinse i Cininensi, gli Antemnati, i Sabini, i Fidenzi e i Veientini.

Queste città fortificate cinserò la città. Dopo la morte di Romolo a Roma i senatori governarono per cinque giorni ciascuno.

Libro Nuovo tradurre dal latino M arco Moscio versioni per il biennio n. 124 pag. 98
Prima frase: ''Iam res publica romana tam valida erat...'' Seconda frase: ''...sed romani brevi tempore sabinos eorumque socios devicerunt. '

La repubblica romana era ormai tanto salda da essere i in numero pari di cittadini con i popoli confinanti.

Ma la città era povera di donne. Pertanto Romolo inviò dei messi ai popoli vicini per chieder loro di dare in moglie le proprie figlie ai Romani. Ma poiché gli inviati dei Romani non furono per nulla accolti con il favore, il re si impossessò delle donne con l’inganno. Organizzò i giochi solenni in gran pompa e invitò in città le popolazioni vicine.

Ardenti per il desiderio degli spettacoli, tutti gli uomini accorsero a Roma con le moglie ed i figli; tra di essi vi erano pure i Sabini. Mentre tutti assistevano ai giochi, improvvisamente, su ordine del re, tutti i Romani trascinarono con la forza nelle loro case le vergini dei Sabini, quelle che ciascuno aveva rapito.

I genitori, privati delle proprie figlie, fuggirono con grande strepito e chiesero aiuto ai vicini, per vendicare l’offesa dell’ospitalità profanata. Così scoppiò una dura guerra, ma i Romani in breve tempo sconfissero i sabini e i loro alleati

Traduzione dal libro MUNERA

Allora su consiglio dei senatori Romolo mandò ambasciatori ai popoli vicini che chiedessero alleanza e matrimoni per il nuovo popolo: anche le città come le altre non nascono dal piccolo; e poi quelle che sono aiutate dal proprio valore e dagli dei si conquistarono una grande potenza ed una grande forza.

Era ben noto che al sorgere di Roma avevano assistito gli dei e che a Roma non sarebbe venuto meno il valore: quindi non rifiutassero di mescolare uomini con uomini, il sangue e la stirpe. In nessun luogo l’ambasciata fu ascoltata con favore; a tal punto disprezzavano e nello stesso tempo temevano una così grande potenza che cresceva per sé e per i posteri. Gli ambasciatori furono congedati mentre i più domandavano se avessero aperto un asilo anche per le donne; quello veramente sarebbe stato un matrimonio ben combinato.

I giovani romani non sopportavano questo e la situazione cominciò a volgere decisamente verso una soluzione violenta. Per offrire ad essa tempo e luogo adatto, Romolo, dissimulando il suo risentimento, prepara a bella posta dei giorni solenni, in onore di nettuno equestre e li chiama “consuali”. Ordina poi che lo spettacolo sia annunciato ai popoli confinanti e lo celebrano con tutta la celebrità di cui erano capaci a quei tempi per rendere l’avvenimento splendido ed attraente. Convennero molti uomini anche per curiosità di vedere la nuova città e specialmente tutti i più vicini, gli abitanti. E poi tutta la folla sei Sabini venne con figli e le mogli. Invitati ospitalmente casa per casa avendo visto il luogo e le mura e la città ricca di cose, si stupiscono che in così breve tempo la potenza romana fosse tanto cresciuta.

Quando venne il momento dello spettacolo e volte là gli occhi erano concentratissimi sui giochi, allora secondo quanto stabilito scoppiò un parapiglio e al segnale convenuto la gioventù romana si slancia da una parte per rapire le vergini. Gran parte fu rapita per caso, a seconda di colui in cui ciascuna si imbatteva; ma alcune, le più belle destinate ai senatori, più in vista, le trasportavano a casa uomini della plebe, ai quali era stato dato quell’incarico.

Ancora altra versione con testo latino diverso ma stesso titolo

Romolo, figlio di Rea Silvia e Marte, fonda sul colle Paltino Roma. Ma nella nuova cittadella c’è scarsezza di abitanti: perciò Romolo promette asilo agli stranieri e la folla dei fuggiaschi e dai villaggi del Lazio accorre nella cittadella.

I primi Romani non hanno ricchezza: abitano in piccole case, coltivano pochi campi, pascolano agnelli e capre, dalla terra traggono le cose necessarie alla vita e sono contenti del poco. Benché non hanno per molti anni donne.

Allora esperto ai giochi invita allo spettacolo dei giochi e di notte durante i giochi all’improvviso i Romani rapiscono le ragazze Sabine.

I Sabini non tollerano l’offesa e all’alba indicono guerra ai Romani; ma le donne Sabine interrompono la battaglia e ristabiliscono la pace. I Romani costituiscono le donne Sabine un unico popolo.

Il ratto delle sabine versione di Cicerone
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Dopo aver fondato la città, che ordinò fosse chiamata Roma dal suo stesso nome, Romolo, al fine di fortificare la città e proteggere le opere del suo regno si attenne a un certo piano.

Avendo infatti decretato che le feste in onore del dio agricolo Conso si facessero nel circo, ordinò che le verginiSabine, giunte da un luogo dignitoso, e venute a Roma a motivo delle feste, fossero rapite da parecchi giovani romani e che fossero unite in matrimoni con famiglie nobilissime.

Avendo per questo motivo i sabini dichiarato guerra ai romani ed essendo vario e incerto l’esito della battaglia, Romolo stipulò un patto con Tito Tazio, re dei Sabini, in seguito alle suppliche delle stesse donne sposate che erano state rapite.

In base a questo trattato, Romolo ammise anche i Sabini nella città ai riti sacri condivisi e spartì il suo regno con il re di quelli.

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