Antiqui poetae Mercurium filium domini Olympi ...
Gli antichi poeti definirono Mercurio, figlio del signore dell'Olimpo e di Maia, dio dell'astuzia e della parola.
Da piccolo, con l'inganno, privò Febo di una mandria di bestiame, e con astuzia nascose il furto; le minacce di Febo non spaventarono il fanciullo, e Febo non recuperò le giovenche; poi, con un nuovo tranello, Mercurio spogliò Febo anche della faretra e delle frecce. Successivamente Mercurio, con il guscio di una tartaruga, costruì la prima lira, e la donò a Febo al posto delle giovenche.
Mercurio era anche il messaggero degli dei: infatti indossava dei calzari alati e attraversava velocemente tutta la terra ed il mare; in questo modo portava agli uomini gli ordini degli dei Superi, e (portava) agli dei Superi le richieste degli uomini. Portava il petàso, e nella mano destra teneva il caduceo: per mezzo del caduceo dava oppure allontanava il sonno, e conduceva le anime agli Inferi.
Mercurio inoltre era a capo del commercio, dell'eloquenza, e dei vari lavori degli uomini; perciò era anche il protettore delle strade e del gioco dei dadi.