Iuxta rerum scriptores prisci homines vitam miseram degebant ...

Secondo gli storici, gli uomini primitivi conducevano una vita sventurata: infatti non avevano né case, né dimore stabili.

Allora non esistevano ancora né i templi, né le rappresentazioni degli dei, e neppure la cura del patrimonio familiare. Di notte si rifugiavano sopra i rami degli alti alberi, dove trovavano riparo dai morsi degli animali selvatici e dagli agguati dei serpenti. Nei giorni di pioggia abitavano rifugi silvestri, dai quali scacciavano gli animali feroci.

Lì cercavano riparo anche contro i fulmini e le tempeste, o i freddi delle nevi o la rigidità dell'inverno. Di tanto in tanto, attraversavano le foreste, placavano la fame con i frutti dei boschi, con i pesci, o con la carne degli animali selvatici, coprivano i corpi con le pelli delle bestie. Successivamente, poco alla volta, gli uomini abbandonarono un simile tipo di vita: allora scelsero dei luoghi vicini ai fiumi oppure ai laghi, inoltre costruirono delle capanne contro i freddi, le piogge e gli agguati delle bestie feroci; così comparvero dapprima i villaggi, e poi le città.

Le comunità, tuttavia, non avevano né leggi, né amministratori: infatti i padri di famiglia erano i giudici di tutti i litigi e le controversie.

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