La cornacchia con le penne del pavone

Pavoni pinnae deciderant statim graculus tumens inani superbia …amicos ammittemus et in magnis calamitatibus erimus.

Ad un pavone erano cascate le penne. Subito una cornacchia, gonfiandosi di inutile superbia, le raccolse e ci adornò il proprio corpo.

Poi, disprezzando lo stuolo delle cornacchie, si unì con un bel gregge di pavoni. I pavoni, però, scoprirono il tranello della cornacchia, strapparono le penne alla sfrontata, e, con i becchi, la misero in fuga. Conciata male, rammaricandosi sia per le ferite, sia per l’affronto, la cornacchia tornò presso la propria specie, ma, respinta anche dalle cornacchie, subì un grave scorno.

Infatti le cornacchie rifiutarono la compagna superba, dicendo: Non fosti soddisfatta delle nostre dimore, e disprezzasti la tua specie: quindi hai meritatamente subito l’offesa dei pavoni, ed ora assapori il rifiuto dei tuoi. In maniera simile, di certo neppure noi dobbiamo farci superbi con i beni altrui, ma dobbiamo vivere la vita secondo la nostra condizione;

infatti, se avremo deviato dai vecchi costumi, perderemo gli amici, e saremo in gravi difficoltà.

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