Scilla e Cariddi

Dextrum Scylla latus laevum tenet implacata Charybdis Scyllam amabat Glaucus quem Circe diligebat...

Scilla occupa il lato destro, l'implacabile Cariddi occupa il sinistro. Scilla amava Glauco, anche Circe amava costui;

e poiché Glauco era stato più ben disposto nei confronti di Scilla, Circe, adirata, avvelenò la sorgente nella quale ella (Scilla) era solita lavarsi: appena ella (Scilla) discese in essa, assunse un brutto aspetto. Così, Scilla ebbe orrore della sua bruttezza, e si gettò nei mari. Secondo altri, Glauco, respinto da Scilla, supplicò Circe, la quale trasformò la fanciulla in un mostro.

Secondo altri ancora invece, Nettuno trasformò la fanciulla in questo mostro, poiché amava Glauco. Dal canto suo, Omero definisce costei un mostro immortale. Per questo, i poeti le assegnano anche cani e lupi, poiché quegli stessi luoghi sono pieni di mostri marini e l'asprezza dei massi, in quel luogo, è l'immagine del latrato dei cani. Invece Cariddi, collocata sul lato della Sicilia, fu una donna estremamente vorace, generata da Nettuno e dalla Terra; Giove colpì con un fulmine e gettò nei mari costei, poiché aveva rubato i buoi di Ercole.

Anche da lì, ella conserva l'antica natura: infatti ingoia tutte le cose che cattura.

Versione tratta da: Servio Onorato

Copyright © 2007-2024 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2024 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-03-31 09:23:01 - flow version _RPTC_G1.3