Hoc populos Romanus recusat hoc ferre non potest - Versione cotidie vertere cicerone

Hoc populos Romanus recusat, hoc ferre non potest versione latino Cicerone
libro cotidie vertere

Retinete, retinete hominem in civitate, iudices, parcite et conservate, ut sit qui vobiscum res iudicet, qui in senatu sine ulla cupiditate de bello et pace sententiam ferat....

Tenete, tenete in città l'uomo, o giudici, risparmiatelo e tutelatelo, affinchè ci sia chi con voi possa giudicare le questioni, che in senato dia i propri pareri senza alcuna passione in merito alla guerra e alla pace. Anche se noi, e il popolo romano dovremmo preoccuparci di meno di quale sarà il parere di costui in senato.

Quale infatti sarà la sua autorità? Quando costui oserà o potrà esprimere il proprio parere? Quando un uomo di così grande di dissolutezza e pigrizia pretenderà di assistere alle sedute del senato se non nel mese di febbraio?

Ma concediamo pure che venga, che decida la guerra contro i Cretesi, che conceda la libertà ai Bizantini, che chiami il re Tolomeo, che dica e pensi tutto ciò che Ortensio vuole; queste cose riguardano meno noi, meno il momento decisivo della nostra vita, meno il pericolo dei nostri beni. Quella è la cosa di vitale importanza, quella la pericolosa, quella da temere da parte di tutte le persone migliori, cioè il fatto che costui, se si sottrarrà per qualche influenza a questo processo, è inevitabile che si trovi fra i giudici, che debba votare sulla vita di un cittadino romano, che nel suo esercito ci sia un vessillifero, che vuole conservare il suo potere sui processi.

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