Cicerone all'amico Lucceio
Didici 2 pagina 166/167 numero 9
Inizio: In iis litteris, quas proxime a te accepi, se ostendit ... Fine: sed ut exiguam oblivionem doloris.
Nelle tue lettere che ho ricevuto da te recentemente si percepisce da ogni parte (tutte le parti) tutto il tuo amore, quello a me non è ignoto (non è sconosciuto) ma (è) tuttavia gradito e desiderato.
Potrei certamente vivere con te, lo vorrei moltissimo, eleganza, amore, consuetudine, stesse passioni, io (mi) domando quale legame manca alla nostra unione?
Non possiamo forse essere una cosa sola? Cosa lo ostacola? La nostra generazione si trova in tempi difficili. Quale rifugio ci può essere per me spogliato sia dai conforti domestici sia dagli ornamenti forensi?
Le lettere, credo nelle quali consumo tutto il tempo non per cercare da loro un rimedio continuo ma un esiguo oblio del dolore.