Il ratto delle sabine - Didici
Iam Romani multos finitimos populos crebriis proeliis vicerant, eorumque potentia iam valida erat, sed ob penuriam...Frustra Romulus Sabinorum superbiam accusat, quia conubia negaverant; Sabini ad bellum se parant.
I Romani avevano già vinto con feroci combattimenti molti popoli confinanti e la loro potenza era già forte, ma i giovani era inquieti per penuria di donne.
Romolo Romolo aveva inviato ambasciatori presso i vicini popoli e aveva chiesto matrimoni ma in nessun luogo i confinanti avevano ascoltato cortesemente i legati, ma spesso li avevano disprezzati ed allontanati aspramente. I romani tolleravano a fatica le ingiurie e già pensavano nell'animo alla guerra, quando Romolo con grande astuzia preparò magnifici giochi per (in onore di) Nettuno e invitò i vicini allo spettacolo.
Arrivarono molti, desiderosi di vedere sia la nuova città sia gli spettacoli inusuali; i Sabini andarono anche con i figli e le mogli. Amichevolmente i Romani condussero (lett. Presente: conducono) gli stranieri intorno alle vie della città, mostrarono (mostrano) i nuovi edifici, prepararono (preparano) splendidamente banchetti. Quando arriva l'ora dei giochi e sia gli occhi e sia gli animi degli uomini erano attenti agli spettacoli, all'improvviso i Romani rapiscono le figlie dei sabini e le conducono sui loro tetti.
Allora gli atleti interrompono i giochi, afflitti e spaventati i sabini si rifugiano nei loro villaggi, accusano (i romani) di violare (la violazione) dell'ospitalità. Chiamano in aiuto Nettuno. Subito Romolo accusa la superbia dei sabini, che avevano negato i matrimoni; i Sabini si preparano alla guerra. (by Vogue)