L'Esilio di Temistocle (Didici)

Themistocles, Neocli filius, Atheniensis, qui pro patria magnas res gesserat, cuius consilio Graeci Persas superaverant, […] Ephesum pervenit ibique Themistoclem exposuit, cui ille pro meritis postea gratum animum habuit.

Testo latino completo

Temistocle — figlio di Neocle, ateniese — che aveva fatto grandi imprese per la patria, con il consiglio del quale i Greci avevano superato i Persiani, al quale i cittadini avevano dato sommi onori, tuttavia non poté sfuggire l’invidia dei suoi concittadini. Allontanato dalla cittadinanza con ostracismo (lett. : «con il suffragio dei cocci»), si rifugiò ad Argo, dove viveva con grande dignità. Poi i Lacedemoni inviarono ad Atene degli ambasciatori, i quali lo accusarono di aver fatto alleanza con il re dei Persiani. Quando sentì ciò, poiché non si vedeva abbastanza protetto ad Argo, emigrò da lì. Essendo giunto con massima velocità a Nasso, apprese che l’esercito degli ateniesi era lì, e si accorse che sarebbe stato ucciso se fosse stato preso. Allora il comandate della nave, preso da misericordia nei confronti del celeberrimo uomo, tenne la nave a largo, lontano dall’isola; poi, quando si abbatté la forza della tempesta, giunse ad Efeso, e lì fece sbarcare Temistocle, al quale quello ebbe l’animo grato per i suoi meriti.(By il muretto di Paolo)

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