Bucèfalo il cavallo di Alessandro Magno
De hoc equo dignum memoria est quod cum ornatus erat armatusque ad proelium numquam se ab alio nisi a rege inscendi...
Riguardo a questo cavallo è degno di memoria il fatto che, quando era stato equipaggiato e armato per la battaglia, non accettò mai di essere cavalcato da altri se non dal re. Il cavallo, che aveva il nome di Bucefalo, accompagnò sempre Alessandro, e il re dei Macedoni non volle mai utilizzare nessun altro cavallo in battaglia.
Raccontano che Bucefalo addirittura salvò la vita del re: Alessandro infatti, durante la guerra d'India, dopo che, stando seduto su di esso, aveva compiuto molte illustri imprese che i nemici stessi guardarono con ammirazione, si addentrò incautamente tra la massa dei nemici, confidando eccessivamente nelle proprie forze; quando però i nemici videro il re solo e lontano dai suoi, scagliarono contro di lui molti dardi e frecce per ucciderlo.
Il re restò incolume, il cavallo, viceversa, fu ferito da molti dardi. Esso tuttavia, sebbene era stato trafitto sul collo e sul fianco da ferite profonde, pur moribondo e pressoché esanime, dal mezzo dei nemici riportò con un galoppo assai energico il re tra i suoi. Dopo che ebbe messo il suo padrone al sicuro, cadde ed emise l'ultimo respiro.
Allora il re Alessandro, dopo aver conseguito la vittoria, fondò una città in quei medesimi luoghi e la chiamò Bucefalo, in virtù dell'onore del cavallo.
Versione tratta da: Gellio