Conquista e incendio di Fidene
Romani, foederibus a Fidenatibus fractis atque Romae legatis dolo interfectis,...
I Romani, dopo che erano stati violati i patti dai Fidenati e dopo che a Roma erano stati uccisi con un agguato gli ambasciatori, stabilirono di punire gli alleati sleali.
Nominarono subito un dittatore Mamerco Emilio che allestì uno straordinario esercito; si diresse verso le terre dei Fidenati e mosse guerraa contro di loro. Le legioni dei Romani, combattendo aspramente, avevano già messo in fuga le truppe dei nemici, quando all’improvviso dalla città di Fidene, irruppe una gran quantità di cittadini che portavano tra le mani fiaccole ardenti, che fecero un assalto contro i soldati dei Romani.
I Romani impauriti dal singolare tipo di combattimento, in breve tempo già retrocedevano, quando il dittatore, vedendo la loro agitazione, giunse in aiuto ai soldati preoccupati ed esclamò a gran voce: “Oh Romani, perché temete le fiaccole di cittadini inermi?
Strappate a loro le fiaccole e, memori del valore Romano, rivolgete le fiamme verso la città dei nemici e incendiate Fidene!”. I soldati, rassicurati dalle parole del dittatore, ripresero la battaglia e combattendo valorosamente, strapparono dalle mani dei cittadini le fiaccole e incendiarono la città.