Androclo e il leone - Gradus
In Circo Maximo venationis pugna populo...Caesar Androclum quaesiveritque causam mirabilis casus.
Nel circo massimo veniva dato (rappresentato) al popolo un combattimento di caccia. Vi erano là molte bestie feroci, ma più di ogni altra cosa fu (motivo)
di ammirazione la smisurata grandezza dei leoni, e più di tutti gli altri uno (in particolare) che, per l'irruenza e per la stazza del corpo, per il ruggito terrificante e potente, aveva attirato su di sé l'attenzione e gli sguardi di tutti. Era stato introdotto tra parecchi altri, destinato al combattimento con le bestie, il servo di un uomo (di rango) consolare; quel servo si chiamava Androclo (di nome Androclo).
Quando il leone vide l'uomo da lontano, all'improvviso rimase fermo, quasi meravigliato, e poi a poco a poco e con calma si avvicinò all'uomo come cercando di riconoscerlo. Poi incomincia a muovere la coda tranquillamente e docilmente, come i cani che fanno le feste, a strofinarsi contro il corpo dell'uomo e lecca dolcemente con la lingua le gambe e le mani di lui L'uomo, Androclo, tra le effusioni di quella belva tanto terribile, recupera il coraggio perduto, a poco a poco volge gli occhi osservando il leone.
Allora, compiuto il reciproco riconoscimento, l'uomo e il leone furono lieti e grati con lo scambiarsi effusioni. Allora una cosa tanto ammirabile sollevo il grande clamore del popolo al punto che Cesare avrebbe chiamato Androclo e gli avrebbe chiesto il motivo di questo fatto straordinario narra questo fatto magnifico.