Catilina parla ai soldati prima della battaglia di Pistoia

Scitis equidem, milites, socordia atque ignavia Lentuli ...

Sapete per certo, soldati, quanta strage abbia arrecato a lui stesso e a noi l'indolenza e la pigrizia di Lentulo, e in base a quale limite, mentre io attendevo gli aiuti dalla città, non potei dirigermi in Gallia.

Tutti accanto a me comprendete, ora in verità in che situazione siano le nostre cose. Due eserciti dei nemici, uno dalla città, l'altro dalla Gallia ci ostacolano. L'indigenza di frumento e delle altre cose ci proibisce di stare più a lungo in questi luoghi. Dovunque ci piaccia andare, bisogna rendere accessibile il percorso con il ferro.

Perciò vi ammonisco ad essere forti e con animo preparato e, quando entrerete in battaglia, ricordatevi di portare nelle vostre mani destre la ricchezza, il decoro, la gloria, inoltre la libertà e la patria. Se dovessimo vincere, ogni cosa ci sarà sicura; saranno resi accessibili abbondantemente le vettovaglie, i municipi e le colonie. Se dovessimo essere sopraffatti dalla paura, quelle stesse cose diventeranno avverse, e né un luogo né un qualche amico proteggerà colui che le armi non avranno protetto.

Inoltre, soldati, una necessità non uguale incombe su noi e su quelli: noi dobbiamo combattere per la patria, per la libertà, per la vita; per quelli il combattere per la potenza di pochi è superfluo.
(By Maria D. )

Versione tratta da Sallustio

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