I pirati erano un pericolo per Roma - Cicerone versione latino gradus facere e altro libro

Dal libro Gradus facere

Quae civitatas antea fuit tam tenuis, quae tam parva insula fuit, quae non portus suos et agros, et aliquam partem regionis atque orae maritimae per se ipsa defenderet?...

Quale città ci fu prima tanto debole, quale tanto piccola isola ci fu da non difendere per proprio conto i suoi porti, i suoi campi ed una parte della regione e del litorale? Ma, per Ercole, per alcuni anni continui, prima della legge Gabinia, quel famoso popolo Romano, di cui il nome invitto, fino alla nostra memoria, era rimasto nelle battaglie navali, si privò di una grandissima parte, anche della sua dignità e del suo impero.

Noi, fra i quali gli antenati superarono con la flotta il re Antioco, vinsero in tutte le battaglie navali i Cartaginesi, uomini dotati di una grandissima esperienza sul mare ed molto ben equipaggiati, e noi non eravamo ormai in grado di resistere in alcun luogo ai pirati. Noi, che prima non garantivamo soltanto sicura l'Italia, ma con il prestigio del nostro impero eravamo in grado di garantire sicuri tutti gli alleati nelle più lontane contrade, mentre allora l'isola di Delo, piccola, priva di mura, non temeva nulla, noi stessi invece non eravamo padroni non solo delle nostre province, ed i porti, ma ormai anche della via Appia.

Stesso titolo ma da altro libro (differente)

At hercle aliquos annos continuos ante legem Gabiniam ille populus Romanus, cuius, usque ad nostram memoriam nomen invictum in navalibus pugnis permanserat, maxima parte non modo utilitatis, ed dignitatis atque imperii caruit.

Nos, quorum maiores Antiochum regem classe Persenque superarunt, omnibusque navalibus pugnis Carthaginienses, homines un maritimis rebus exercitatissimos paratissimosque vicerunt, nullo in loco iam praedonibus pares esse poteramus.

Nos qui antea non modo Italiam tutam habebamus, sed omnes socios in ultimis oris auctoritate nostri imperi salvos praestare poteramus, tum cum insula Delos, tam procul a nobis in Aegeo mari posita, quo omnes undique con mercibus commeabant, referta divitiis, parva, sine muro, nihil timebat; iidem non modo provinciis ac portubus nostris, sed etiam Appa via iam carebamus.

Ma in verità per alcuni anni consecutivi prima della legge Gabinia quel popolo Romano, il cui nome, fino ai nostri giorni, era rimasto invitto nelle battaglie navali, in gran parte rimase privo non solo di mezzi, ma anche del prestigio e del potere.

Noi, i cui antenati superarono il re Antioco nella flotta e Perseo, e vinsero in tutte le battaglie navali, i Cartaginesi, uomini addestratissimi e preparatissimi nelle faccende marittime, in nessun luogo ormai avremmo potuto essere pari ai pirati.

Noi che prima non solo avevamo l'Italia sicura, ma avremmo potuto anche assicurare la salvezza a tutti gli alleati fino agli estremi confini, con il prestigio del nostro comando militare, nel tempo in cui l'isola di Delo, tanto lontana da noi posta nel mar Egeo, per la quale tutti da ogni parte passavano con le merci, colma di ricchezze, piccola, senza mura, non temeva niente;

noi medesimi eravamo ormai privi non solo delle provincie e dei nostri porti, ma anche della via Appia.

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