La cicala e la formica

Cicada per calidas aestatis horas otiose vivit et continenter canit; formica autem herbas et grana in latebras sub terram trahit et in latebris custodit ...

La cicala durante le calde ore dell'estate vive oziosamente e canta continuamente; la formica invece trascina erbe e chicchi di grano nei nascondigli sotto la terra e li custodisce nei nascondigli.

La cicala deride l'operosità della formica: Perché fatichi in maniera tanto solerte, o formica?

Perché non ti fermi e canti insieme a me? Non vivi correttamente se disprezzi la gioia! La formica non risponde e non interrompe il lavoro. Giunge l'autunno, le piogge allagano il terreno, il freddo gela le erbe. La cicala ricerca invano il cibo;

alla fine, logorata dalla fame, bussa alla porta della formica: Chiedo il perdono delle offese, o formica: dammi un pò del tuo cibo! Allora la formica: Quando io faticavo, tu cantavi: ora balla!

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