Bona praecepta quae semper tecum tibi habenda sunt tamquam bona exempla profutura sunt ...

I buoni insegnamenti, che tu devi sempre custodire, sono destinati ad essere utili tanto quanto i buoni esempi.

Nessuno infatti dirà che anche i più inesperti non vengono ammoniti in maniera efficace da certi insegnamenti, allo stesso modo che da queste massime brevissime, ma che possiedono molta efficacia: "Niente inmisura eccessiva", "L'animo avido non è appagato da alcun guadagno", "Ciò che avrai fatto ad uno, ti aspetterai dall'altro". Udiamo questi detti, per la maggior parte, con un certo effetto, ed a nessuno è lecito dubitare di questi insegnamenti, né qualcuno in merito ad essi si domanda mai: "Perché?". A tal punto, infatti, la verità brilla per sé stessa, senza alcuna argomentazione.

Se un certo rispetto trattiene gli animi ed i vizi, perché anche un rimprovero non dovrebbe potere la medesima cosa? Se il castigo impone il senso del dovere, perché il rimprovero non lo fa, anche se si serve di semplici insegnamenti? Non lo fa, perché manca di argomentazione. Qualsivoglia rimprovero in verità è più efficace, e penetra più in profondità, se sostiene con una motivazione ciò che insegna.

Se qualcuno spiega per quale ragione si debba fare qualcosa, e quale giovamento attenderà colui che esegue ed obbedisce agli insegnamenti, esso (- il rimprovero) ammonisce davvero, e il precettore, a ragione, può essere definito eccellente.

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