Dopo il timore di assedio da parte di Annibale, Roma da segni di ripresa
Decimo anno postquam Hannibal in Italiam venerat, P.Sulpicio Cn.Fulvio consulibus, Hannibalusque... sex et viginti expugnavit. Ita omnis Sicilia recepta et Macedonia fracta; ingenti gloria Romam regressus est.
Nel decimo anno dopo che Annibale era arrivato in Italia, sotto il consolato di [quando erano consoli] P. Sulpicio e Cn. Fulvio, Annibale giunse a quattro miglia dalla città (di Roma), e i suoi cavalieri fino alla porta.
Subito dopo (cum) per paura dei consoli che arrivavano con l'esercito Annibale si mise al sicuro in Campania. In Spagna vengono uccisi da suo fratello Asdrubale, entrambi gli Scipioni i quali (che) per molti anni erano stati i vincitori, tuttavia l'esercito però restò intatto; a nessuno infatti sfuggì che quelli erano stati ingannati più per caso che per (mancanza di) coraggio.
A quel tempo fu anche presa dal console Marcello gran parte della Sicilia, che gli Africani avevano iniziato a presidiare, e la famosissima città di Siracusa; fu portato a Roma uno smisurato bottino. Levino pretore in Macedonia, fece un'alleanza con Filippo, con molti popoli Greci e con Attalo Re dell'Asia, e partito per la Sicilia, presso la città di Agrigento prese con la stessa città (anche) un certo Annone, condottiero degli Africani e lo mandò a Roma con nobilissimi prigionieri.
Egli prese in assedio quaranta città, ne espugnò ventisei. Così fu riconquistata tutta la Sicilia e fu indebolita la Macedonia; con gloria notevole fece ritorno a Roma. (da Eutropio)